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CALCIO MINORE - Mengoni: "Ok alla cassa integrazione, in Serie C vivono quasi tutti con 1000 euro al mese"
09.04.2020 07:00 di Redazione

"Cassa integrazione per i calciatori? Direi di sì. In serie C l'80 per cento dei calciatori guadagna tra i 1000 e i 1500 euro al mese. Perdere uno stipendio o una percentuale di stipendio ti fa andare in crisi": Riccardo Mengoni, di ruolo portiere, 34 anni, ha sempre giocato nelle cosiddette serie minori, dal Cecina in serie D alla Vibonese in C. Come dire, dalla sua posizione tra i pali il calcio milionario di Cristiano Ronaldo o Ibrahimovic è molto lontano: una prospettiva dalla quale la Cig e' benvenuta Mengoni, a nome di una fetta numericamente consistente di calciatori, appoggia l'iniziativa di Lega Pro e parti sociali del calcio per affrontare l'emergenza coronavirus con l'appello al Governo perche' consenta l'accesso alla cassa integrazione anche per i calciatori con soglia di reddito sotto i 50 mila euro l'anno e attivi strumenti per la liquidita' dei club. "Purtroppo i contratti a livello economico si sono abbassati molto, anche nelle categorie più basse - sottolinea Mengoni - Per un ragazzo che gioca in serie C perdere uno stipendio o una percentuale di stipendio significa andare in crisi. La Vibonese ad esempio, è una squadra molto giovane, ci sono 12 ragazzi al minimo di contratto, stipendi da mille euro al mese: soprattutto in questo momento tanti di loro hanno avuto il problema di pagarsi l'affitto o il vitto. Per loro è diventata davvero difficile". L'idea del calciatore ricco e privilegiato cozza con le realtà delle serie inferiori. "In serie C - prosegue Mengoni - siamo quasi tutti sul minimo, qualcuno che guadagna qualcosa in più c'è ma sono casi più unici che rari. Anche in serie A in tanti squadre gli stipendi sono livellati verso il basso e a cascata quelle riduzioni sono arrivate in serie B e in serie C, nei dilettanti non ne parliamo proprio".

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CALCIO MINORE - Mengoni: "Ok alla cassa integrazione, in Serie C vivono quasi tutti con 1000 euro al mese"

di Napoli Magazine

09/04/2024 - 07:00

"Cassa integrazione per i calciatori? Direi di sì. In serie C l'80 per cento dei calciatori guadagna tra i 1000 e i 1500 euro al mese. Perdere uno stipendio o una percentuale di stipendio ti fa andare in crisi": Riccardo Mengoni, di ruolo portiere, 34 anni, ha sempre giocato nelle cosiddette serie minori, dal Cecina in serie D alla Vibonese in C. Come dire, dalla sua posizione tra i pali il calcio milionario di Cristiano Ronaldo o Ibrahimovic è molto lontano: una prospettiva dalla quale la Cig e' benvenuta Mengoni, a nome di una fetta numericamente consistente di calciatori, appoggia l'iniziativa di Lega Pro e parti sociali del calcio per affrontare l'emergenza coronavirus con l'appello al Governo perche' consenta l'accesso alla cassa integrazione anche per i calciatori con soglia di reddito sotto i 50 mila euro l'anno e attivi strumenti per la liquidita' dei club. "Purtroppo i contratti a livello economico si sono abbassati molto, anche nelle categorie più basse - sottolinea Mengoni - Per un ragazzo che gioca in serie C perdere uno stipendio o una percentuale di stipendio significa andare in crisi. La Vibonese ad esempio, è una squadra molto giovane, ci sono 12 ragazzi al minimo di contratto, stipendi da mille euro al mese: soprattutto in questo momento tanti di loro hanno avuto il problema di pagarsi l'affitto o il vitto. Per loro è diventata davvero difficile". L'idea del calciatore ricco e privilegiato cozza con le realtà delle serie inferiori. "In serie C - prosegue Mengoni - siamo quasi tutti sul minimo, qualcuno che guadagna qualcosa in più c'è ma sono casi più unici che rari. Anche in serie A in tanti squadre gli stipendi sono livellati verso il basso e a cascata quelle riduzioni sono arrivate in serie B e in serie C, nei dilettanti non ne parliamo proprio".