Champions League
Calcio, Riccio, ag. Fifa: "Sul mercato bene Juve, Inter, Milan e Fiorentina, mi hanno deluso Roma e Napoli"
12.09.2014 15:50 di Redazione Fonte: EuropaCalcio.it

Alla vigilia del Mondiale in Brasile aveva pesantemente criticato le scelte di Cesare Prandelli, pronosticando un fallimento. Questa volta Renato Riccio, agente Fifa, socio della RC Football Agency, contattato daEuropaCalcio.it, ha fatto una panoramica sul calcio italiano ed europeo dopo il mercato estivo, indicando le possibili sorprese ed i talenti da tenere sotto stretta osservazione. 



Bentrovato Renato. Che mercato è stato quello estivo?



«E’ stato un mercato estivo a dir poco sorprendente, sia per quello che è successo ma soprattutto per quello che non è successo. Penso che, oltre al Barcellona, l’ago della bilancia sia stata la Juventus. Rispetto alle premesse e ai tanti rumours iniziali, infatti, penso che tutti si sarebbero immaginati la cessione di almeno uno tra Vidal e Pogba, e invece i bianconeri hanno resistito all’assalto delle big europee. Probabilmente ciò non è avvenuto per i dubbi sui problemi fisici del cileno e sull'eccessiva richiesta per il francese, di fronte ai limiti imposti dal Fair Play Finanziario in particolare a City e PSG. Se la Juve avesse venduto, avrebbe reinvestito la liquidità alimentando ulteriormente il mercato italiano ed europeo. Per quanto riguarda il mercato spagnolo, trovo leggermente spropositate le operazioni effettuate da Barcellona (troppe spese, quando poi dalla Màsia sono capaci di sfornare almeno due talenti ogni anno) e Real Madrid (ottimo l’innesto di Kroos e in prospettiva futura quello di James Rodriguez, ma con la cessione di Di Maria non si è provveduto adeguatamente a trovare un sostituto che possa garantire lo stesso equilibrio in mezzo al campo), mentre penso che l’Atletico, con tanti giocatori presi e confermati tra cui Mandzukic, Koke e Griezmann (da me consigliato nell’ultima intervista pre-Mondiale), riuscirà a dimenticare Diego Costa. In Inghilterra direi che il Chelsea è stata la regina del calciomercato estivo: Mourinho ha chiuso tutte le operazioni in entrata prima dell’inizio della nuova stagione, in maniera tale da inserire i nuovi di qualità sin dall’inizio, e l’inizio scoppiettante in campionato ne è la prova. Il Liverpool, pur avendo cambiato tanto, farà affidamento sulla “vecchia” guardia Gerrard, Sturridge e Sterling. Sulla sponda Manchester, il City con piccoli ritocchi ha rinforzato una squadra che almeno in patria potrebbe essere seconda solo al Chelsea, anche se è mancato quel colpo in attacco chiamato Radamel Falcao, soffiato dai cugini spendaccioni e confusionari dello United, dove Van Gaal sin dal suo insediamento insiste a far giocare con la difesa a 3 una squadra che da 30 anni e per tradizione inglese ha sempre giocato a 4. Nessuna menzione speciale per Arsenal e Tottenham, le quali a mio avviso chiuderanno a ridosso della zona Champions. Occhio alla mina vagante Everton che ha confermato tutti quelli della passata annata, escluso Deulofeu. Per quanto riguarda la Ligue 1, ritengo che sarà monotonia PSG, in quanto l’unica potenziale avversaria (a livello economico), quale è il Monaco, naviga ormai in cattive acque. In Germania tutti sperano che Leverkusen o Dortmund possano spezzare il predominio Bayern, che si è rinforzato ulteriormente con Benatia e Lewandovski (soffiato alla diretta avversaria Borussia, sostituito da Adrian Ramos e non da Immobile)».



Le squadre italiane si sono rinforzate? Chi ti ha impressionato e chi ti ha deluso sul mercato?



«In Serie A ritengo che quasi tutte le big si siano rafforzate, per cui prevedo che la forbice tra parte sinistra e parte destra della classifica possa allargarsi. Come già menzionato prima, darei un voto alto ai bianconeri, i quali non solo hanno confermato Vidal e Pogba, ma hanno anche preso giocatori relativamente giovani e già ben integrati nel campionato italiano come Pereyra e Romulo, oltre al fenomenale Coman. Per quanto riguarda la Roma, il mio giudizio non va oltre la sufficienza in quanto, nonostante i colpi Manolas (possibile rivelazione) e Iturbe (chiamato a riconfermarsi in una grande), ha preso calciatori bolliti e costosi come Keyta, Cole, Emanuelson, invece di puntare sui giovani talenti della Primavera, oltre alla inspiegabile cessione di un calciatore di prospettiva come Dodò ad una diretta avversaria come l’Inter, e alla svendita di Benatia per soli 26 milioni ad una squadra con risorse a dir poco illimitate come il Bayern. Inoltre non sottovaluterei il mercato della Fiorentina, con la conferma di un talento assoluto quale Cuadrado e l’acquisto di Kurtic, Richards, Badelij e Marin, i quali rappresentano i tasselli che sono mancati la stagione scorsa. Mi ha impressionato la campagna acquisti del Sassuolo, dove sono arrivati Vrsaljiko e altri giovani interessanti a far compagnia a Sansone, Berardi e Zaza. Altre possibili scommesse: il Toro del dopo Cerci-Immobile, il Cagliari del mago Zeman (bentornato) e la Lazio completamente rinnovata, alla quale servirà tempo e lavoro da parte del mister Pioli. Hanno lavorato bene a mio avviso, dopo annate e sessioni di calciomercato poco felici, le due milanesi. Complimenti all’Inter per aver plasmato la rosa a immagine e somiglianza dell’allenatore, tutta muscoli e corsa ma poca qualità. Ottimo invece il mercato del Milan, in cui dopo tanto tempo hanno finalmente preso giocatori funzionali e confacenti alle esigenze dell’allenatore, spendendo molto poco e vendendo a buon prezzo un peso come Balotelli. Unica nota stonata la cessione di Cristante, futuro perno del centrocampo italiano. Mi ha deluso invece il mercato del Napoli: non solo hanno ceduto Behrami per soli 5 milioni, ma non sono neanche intervenuti a colmare le lacune che la rosa già presentava in tutta la linea difensiva e in mediana, oltre che ad un vice Higuain».



La Premier League è meta di grandi campioni, ma la spesa ripagherà sul campo anche in Europa?



«Sono anni ormai che la nostra Serie A rappresenta solo un trampolino di lancio per mete più ambite sia a livello economico sia a livello sportivo, e la Premier rappresenta forse la destinazione preferita da tutti, grandi campioni o presunti tali, in quanto persino nella seconda divisione possiamo trovare squadre con grandi potenzialità economiche, a differenza di Spagna, Francia e Germania dove le piccole non possono permettersi gli stessi investimenti. Soprattutto all’Old Trafford erano anni che non si spendeva così tanto, per giocatori di sicuro affidamento ma allo stesso tempo non tanto funzionali, a mio avviso, all’azzardato progetto tattico di Van Gaal. Ritengo che solo il Chelsea abbia la possibilità di andare molto avanti in Europa, almeno in semifinale, mentre City e Arsenal le vedo ancora un gradino sotto in quanto a mentalità europea e vincente. Discorso a parte per il Liverpool, possibile rivelazione o delusione della prossima campagna europea, che ha dovuto rimpiazzare l’uscita di Suarez con tanti giocatori di prospettiva ma non ancora pienamente maturi».



Quali sono le cause del fallimento del Napoli con l’Athletic Bilbao?



«Attribuirei delle colpe sia alla società sia all’allenatore. Colpa della società, che non ha saputo rinforzare la rosa, non andando a colmare quelle grosse lacune che sono costate tanti punti di differenza con la Juve la scorsa stagione, hanno indugiato troppo sulla scelta dei giocatori, le trattative sono durate troppo e sono saltate. Ma l’errore maggiore è stato quello di imporre tacitamente di non far giocare in Champions alcuni titolari, nella speranza vana di poterli vendere. Ritengo che la colpa sia anche dell’allenatore, per non essersi imposto in fase di calciomercato contro l’immobilismo in entrata della società, e per aver presentato in campo nella doppia sfida una squadra deconcentrata, indietro di condizione e con poche idee a livello tattico».



Chi vedi come favorita nella corsa allo Scudetto?



«In Italia prevedo una lotta serrata tra Juventus, Roma e Milan, il tutto dipenderà  dal cammino in Europa della Juve (non oltre i quarti di finale) e della Roma (a rischio eliminazione nel girone). La mancata partecipazione alle coppe può presentare per il Milan più un vantaggio che uno svantaggio, soprattutto perché in questa stagione di ricostruzione è fondamentale concentrarsi solo sugli impegni nazionali. Non penso che possa fare lo stesso exploit della prima Juve di Conte, ma la metterei sicuramente tra le prime tre. Per me i favoriti restano i bianconeri, nonostante le dimissioni shock di Conte (a mio avviso avrebbe fatto fatica a tenere ancora alta la concentrazione che lui esige dai giocatori). Se Allegri riuscirà a portare avanti la mentalità e il lavoro del predecessore, con alcuni piccoli ritocchi, trionferà in Italia raggiungendo un discreto risultato in Europa. Gli errori fatti alla guida del Milan gli serviranno da lezione. Per quanto riguarda la Roma, dovrebbe colmare il gap con i bianconeri soprattutto nelle sfide con le piccole, avendo avuto l’anno scorso qualche difficoltà soprattutto nel costruire azioni da gol contro squadre chiuse e compatte dietro. Non penso che tale divario si sia colmato pienamente, perché l’impianto di gioco dei giallorossi prevede ancora delle feroci ripartenze ma scarsa attitudine degli attaccanti a finalizzare le occasioni costruite dall’immenso Totti, ancora l’unico capace di illuminare le partite con giocate e fantasia d’altri tempi».



Quali sono i talenti da tenere sotto osservazione quest’anno?



«In Italia, ritengo che El Shaarawy e Torres su tutti, anche se non sono più delle possibili sorprese, siano chiamati a far bene dopo annate deludenti e sfortunate, assieme al compagno di squadra De Sciglio che sembra abbia già iniziato col piede giusto. Coman nella Juve già è riuscito a mettere in difficoltà Allegri nelle scelte, mentre Manolas non ci impiegherà molto a rimpiazzare Benatia nel cuore dei tifosi giallorossi. Facendo anche riferimento ai giovani dell’Under 21, spero che talenti come Belotti, Longo, Crisetig e Zappacosta possano trovare spazio e continuità nelle loro squadre, mentre Berardi è chiamato a riconfermare gli ottimi risultati della precedente annata. Occhio anche a Cragno, neo-portiere del Cagliari, dove Zeman ne ha scelti tanti di giovani da lanciare, al colombiano Muriel e al brasiliano Dodò che si rilanceranno molto bene. Ma dovendo fare un nome del tutto o quasi sconosciuto, farei quello di Lestienne, giovane fantasista accostato al Milan prima di essere prelevato dal Genoa».



Il tuo pronostico per la vittoria di Champions League ed Europa League?



«In Champions vedo come favorite le 3 big spagnole, insieme a Chelsea e Bayern Monaco. In questo momento proprio i detentori del Real Madrid sembrano essere più in difficoltà, avendo a che fare con i problemi fisici di Cristiano e il lento inserimento di Kroos e James. Hanno una rosa stellare ma non tanto lunga, e ciò potrebbe rappresentare uno svantaggio in una stagione così logorante, inoltre non avranno la stessa fame della “Dècima”. Il nuovo Barcellona ha bisogno di tempo per amalgamarsi e assimilare le idee canterane di Luis Enrique, il che è un paradosso: il problema è che negli ultimi anni hanno speso tantissimo, andando a danneggiare e frenare la crescita dei propri talenti. Chelsea e Bayern, le due semifinaliste sconfitte, affronteranno la competizione con l’unico obiettivo di vincerla. Azzarderei un pronostico: vittoria Barça contro il Chelsea di Mourinho con un super Messi. In Europa League vorrei che tutte e quattro le italiane andassero avanti almeno fra le prime 16, ma esclusa la Fiorentina, le cui sorti dipendono dal recupero di Rossi, nessuna tra loro ritengo che possa arrivare fino in fondo, dove potrebbe arrivare invece una portoghese, una spagnola o una tedesca, magari provenienti dalla Champions».



Infine, Conte sembra aver risollevato l’Italia dopo il deludente e fallimentare Mondiale in Brasile. Credi che possa  costruire un nuovo ciclo?



«Non occorreva molto per fare meglio della gestione Prandelli, soprattutto avendo ancora davanti agli occhi le immagini scandalose del Mondiale brasiliano. Sono comunque felice di constatare che sia cambiato subito l’approccio mentale alle partite, soprattutto le amichevoli, altra nota dolente della gestione Prandelli nonché altra causa di fallimento. Il cambio di mentalità è da attribuire sicuramente al nuovo CT, bravo a infondere la propria grinta in una selezione appena nata, che si riunisce una volta al mese, ambiente più difficile che in un club, in cui si lavora ogni giorno. Tuttavia, nelle prime due uscite non ho notato grande qualità di gioco e di palleggio, piuttosto grande propensione al gioco di rimessa e al pressing, né una perfetta solidità difensiva, ma il fatto di non aver subito gol è già un buon punto di partenza. Penso e spero che Conte possa far bene alla guida della Nazionale, sia a livello di risultati che di rinnovamento, tra meno di due anni in Francia potrà centrare un’altra finale europea. Nonostante ciò, non credo che possa costruire un nuovo ciclo, in quanto ha firmato un contratto di soli due anni, troppo poco per far sì che si vedano dei risultati al prossimo Mondiale. Il suo compito sarà quello di consegnare al suo successore una buona base tecnico-tattica su cui lavorare fino al 2018».


ULTIMISSIME CHAMPIONS LEAGUE
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
Calcio, Riccio, ag. Fifa: "Sul mercato bene Juve, Inter, Milan e Fiorentina, mi hanno deluso Roma e Napoli"

di Napoli Magazine

12/09/2024 - 15:50

Alla vigilia del Mondiale in Brasile aveva pesantemente criticato le scelte di Cesare Prandelli, pronosticando un fallimento. Questa volta Renato Riccio, agente Fifa, socio della RC Football Agency, contattato daEuropaCalcio.it, ha fatto una panoramica sul calcio italiano ed europeo dopo il mercato estivo, indicando le possibili sorprese ed i talenti da tenere sotto stretta osservazione. 



Bentrovato Renato. Che mercato è stato quello estivo?



«E’ stato un mercato estivo a dir poco sorprendente, sia per quello che è successo ma soprattutto per quello che non è successo. Penso che, oltre al Barcellona, l’ago della bilancia sia stata la Juventus. Rispetto alle premesse e ai tanti rumours iniziali, infatti, penso che tutti si sarebbero immaginati la cessione di almeno uno tra Vidal e Pogba, e invece i bianconeri hanno resistito all’assalto delle big europee. Probabilmente ciò non è avvenuto per i dubbi sui problemi fisici del cileno e sull'eccessiva richiesta per il francese, di fronte ai limiti imposti dal Fair Play Finanziario in particolare a City e PSG. Se la Juve avesse venduto, avrebbe reinvestito la liquidità alimentando ulteriormente il mercato italiano ed europeo. Per quanto riguarda il mercato spagnolo, trovo leggermente spropositate le operazioni effettuate da Barcellona (troppe spese, quando poi dalla Màsia sono capaci di sfornare almeno due talenti ogni anno) e Real Madrid (ottimo l’innesto di Kroos e in prospettiva futura quello di James Rodriguez, ma con la cessione di Di Maria non si è provveduto adeguatamente a trovare un sostituto che possa garantire lo stesso equilibrio in mezzo al campo), mentre penso che l’Atletico, con tanti giocatori presi e confermati tra cui Mandzukic, Koke e Griezmann (da me consigliato nell’ultima intervista pre-Mondiale), riuscirà a dimenticare Diego Costa. In Inghilterra direi che il Chelsea è stata la regina del calciomercato estivo: Mourinho ha chiuso tutte le operazioni in entrata prima dell’inizio della nuova stagione, in maniera tale da inserire i nuovi di qualità sin dall’inizio, e l’inizio scoppiettante in campionato ne è la prova. Il Liverpool, pur avendo cambiato tanto, farà affidamento sulla “vecchia” guardia Gerrard, Sturridge e Sterling. Sulla sponda Manchester, il City con piccoli ritocchi ha rinforzato una squadra che almeno in patria potrebbe essere seconda solo al Chelsea, anche se è mancato quel colpo in attacco chiamato Radamel Falcao, soffiato dai cugini spendaccioni e confusionari dello United, dove Van Gaal sin dal suo insediamento insiste a far giocare con la difesa a 3 una squadra che da 30 anni e per tradizione inglese ha sempre giocato a 4. Nessuna menzione speciale per Arsenal e Tottenham, le quali a mio avviso chiuderanno a ridosso della zona Champions. Occhio alla mina vagante Everton che ha confermato tutti quelli della passata annata, escluso Deulofeu. Per quanto riguarda la Ligue 1, ritengo che sarà monotonia PSG, in quanto l’unica potenziale avversaria (a livello economico), quale è il Monaco, naviga ormai in cattive acque. In Germania tutti sperano che Leverkusen o Dortmund possano spezzare il predominio Bayern, che si è rinforzato ulteriormente con Benatia e Lewandovski (soffiato alla diretta avversaria Borussia, sostituito da Adrian Ramos e non da Immobile)».



Le squadre italiane si sono rinforzate? Chi ti ha impressionato e chi ti ha deluso sul mercato?



«In Serie A ritengo che quasi tutte le big si siano rafforzate, per cui prevedo che la forbice tra parte sinistra e parte destra della classifica possa allargarsi. Come già menzionato prima, darei un voto alto ai bianconeri, i quali non solo hanno confermato Vidal e Pogba, ma hanno anche preso giocatori relativamente giovani e già ben integrati nel campionato italiano come Pereyra e Romulo, oltre al fenomenale Coman. Per quanto riguarda la Roma, il mio giudizio non va oltre la sufficienza in quanto, nonostante i colpi Manolas (possibile rivelazione) e Iturbe (chiamato a riconfermarsi in una grande), ha preso calciatori bolliti e costosi come Keyta, Cole, Emanuelson, invece di puntare sui giovani talenti della Primavera, oltre alla inspiegabile cessione di un calciatore di prospettiva come Dodò ad una diretta avversaria come l’Inter, e alla svendita di Benatia per soli 26 milioni ad una squadra con risorse a dir poco illimitate come il Bayern. Inoltre non sottovaluterei il mercato della Fiorentina, con la conferma di un talento assoluto quale Cuadrado e l’acquisto di Kurtic, Richards, Badelij e Marin, i quali rappresentano i tasselli che sono mancati la stagione scorsa. Mi ha impressionato la campagna acquisti del Sassuolo, dove sono arrivati Vrsaljiko e altri giovani interessanti a far compagnia a Sansone, Berardi e Zaza. Altre possibili scommesse: il Toro del dopo Cerci-Immobile, il Cagliari del mago Zeman (bentornato) e la Lazio completamente rinnovata, alla quale servirà tempo e lavoro da parte del mister Pioli. Hanno lavorato bene a mio avviso, dopo annate e sessioni di calciomercato poco felici, le due milanesi. Complimenti all’Inter per aver plasmato la rosa a immagine e somiglianza dell’allenatore, tutta muscoli e corsa ma poca qualità. Ottimo invece il mercato del Milan, in cui dopo tanto tempo hanno finalmente preso giocatori funzionali e confacenti alle esigenze dell’allenatore, spendendo molto poco e vendendo a buon prezzo un peso come Balotelli. Unica nota stonata la cessione di Cristante, futuro perno del centrocampo italiano. Mi ha deluso invece il mercato del Napoli: non solo hanno ceduto Behrami per soli 5 milioni, ma non sono neanche intervenuti a colmare le lacune che la rosa già presentava in tutta la linea difensiva e in mediana, oltre che ad un vice Higuain».



La Premier League è meta di grandi campioni, ma la spesa ripagherà sul campo anche in Europa?



«Sono anni ormai che la nostra Serie A rappresenta solo un trampolino di lancio per mete più ambite sia a livello economico sia a livello sportivo, e la Premier rappresenta forse la destinazione preferita da tutti, grandi campioni o presunti tali, in quanto persino nella seconda divisione possiamo trovare squadre con grandi potenzialità economiche, a differenza di Spagna, Francia e Germania dove le piccole non possono permettersi gli stessi investimenti. Soprattutto all’Old Trafford erano anni che non si spendeva così tanto, per giocatori di sicuro affidamento ma allo stesso tempo non tanto funzionali, a mio avviso, all’azzardato progetto tattico di Van Gaal. Ritengo che solo il Chelsea abbia la possibilità di andare molto avanti in Europa, almeno in semifinale, mentre City e Arsenal le vedo ancora un gradino sotto in quanto a mentalità europea e vincente. Discorso a parte per il Liverpool, possibile rivelazione o delusione della prossima campagna europea, che ha dovuto rimpiazzare l’uscita di Suarez con tanti giocatori di prospettiva ma non ancora pienamente maturi».



Quali sono le cause del fallimento del Napoli con l’Athletic Bilbao?



«Attribuirei delle colpe sia alla società sia all’allenatore. Colpa della società, che non ha saputo rinforzare la rosa, non andando a colmare quelle grosse lacune che sono costate tanti punti di differenza con la Juve la scorsa stagione, hanno indugiato troppo sulla scelta dei giocatori, le trattative sono durate troppo e sono saltate. Ma l’errore maggiore è stato quello di imporre tacitamente di non far giocare in Champions alcuni titolari, nella speranza vana di poterli vendere. Ritengo che la colpa sia anche dell’allenatore, per non essersi imposto in fase di calciomercato contro l’immobilismo in entrata della società, e per aver presentato in campo nella doppia sfida una squadra deconcentrata, indietro di condizione e con poche idee a livello tattico».



Chi vedi come favorita nella corsa allo Scudetto?



«In Italia prevedo una lotta serrata tra Juventus, Roma e Milan, il tutto dipenderà  dal cammino in Europa della Juve (non oltre i quarti di finale) e della Roma (a rischio eliminazione nel girone). La mancata partecipazione alle coppe può presentare per il Milan più un vantaggio che uno svantaggio, soprattutto perché in questa stagione di ricostruzione è fondamentale concentrarsi solo sugli impegni nazionali. Non penso che possa fare lo stesso exploit della prima Juve di Conte, ma la metterei sicuramente tra le prime tre. Per me i favoriti restano i bianconeri, nonostante le dimissioni shock di Conte (a mio avviso avrebbe fatto fatica a tenere ancora alta la concentrazione che lui esige dai giocatori). Se Allegri riuscirà a portare avanti la mentalità e il lavoro del predecessore, con alcuni piccoli ritocchi, trionferà in Italia raggiungendo un discreto risultato in Europa. Gli errori fatti alla guida del Milan gli serviranno da lezione. Per quanto riguarda la Roma, dovrebbe colmare il gap con i bianconeri soprattutto nelle sfide con le piccole, avendo avuto l’anno scorso qualche difficoltà soprattutto nel costruire azioni da gol contro squadre chiuse e compatte dietro. Non penso che tale divario si sia colmato pienamente, perché l’impianto di gioco dei giallorossi prevede ancora delle feroci ripartenze ma scarsa attitudine degli attaccanti a finalizzare le occasioni costruite dall’immenso Totti, ancora l’unico capace di illuminare le partite con giocate e fantasia d’altri tempi».



Quali sono i talenti da tenere sotto osservazione quest’anno?



«In Italia, ritengo che El Shaarawy e Torres su tutti, anche se non sono più delle possibili sorprese, siano chiamati a far bene dopo annate deludenti e sfortunate, assieme al compagno di squadra De Sciglio che sembra abbia già iniziato col piede giusto. Coman nella Juve già è riuscito a mettere in difficoltà Allegri nelle scelte, mentre Manolas non ci impiegherà molto a rimpiazzare Benatia nel cuore dei tifosi giallorossi. Facendo anche riferimento ai giovani dell’Under 21, spero che talenti come Belotti, Longo, Crisetig e Zappacosta possano trovare spazio e continuità nelle loro squadre, mentre Berardi è chiamato a riconfermare gli ottimi risultati della precedente annata. Occhio anche a Cragno, neo-portiere del Cagliari, dove Zeman ne ha scelti tanti di giovani da lanciare, al colombiano Muriel e al brasiliano Dodò che si rilanceranno molto bene. Ma dovendo fare un nome del tutto o quasi sconosciuto, farei quello di Lestienne, giovane fantasista accostato al Milan prima di essere prelevato dal Genoa».



Il tuo pronostico per la vittoria di Champions League ed Europa League?



«In Champions vedo come favorite le 3 big spagnole, insieme a Chelsea e Bayern Monaco. In questo momento proprio i detentori del Real Madrid sembrano essere più in difficoltà, avendo a che fare con i problemi fisici di Cristiano e il lento inserimento di Kroos e James. Hanno una rosa stellare ma non tanto lunga, e ciò potrebbe rappresentare uno svantaggio in una stagione così logorante, inoltre non avranno la stessa fame della “Dècima”. Il nuovo Barcellona ha bisogno di tempo per amalgamarsi e assimilare le idee canterane di Luis Enrique, il che è un paradosso: il problema è che negli ultimi anni hanno speso tantissimo, andando a danneggiare e frenare la crescita dei propri talenti. Chelsea e Bayern, le due semifinaliste sconfitte, affronteranno la competizione con l’unico obiettivo di vincerla. Azzarderei un pronostico: vittoria Barça contro il Chelsea di Mourinho con un super Messi. In Europa League vorrei che tutte e quattro le italiane andassero avanti almeno fra le prime 16, ma esclusa la Fiorentina, le cui sorti dipendono dal recupero di Rossi, nessuna tra loro ritengo che possa arrivare fino in fondo, dove potrebbe arrivare invece una portoghese, una spagnola o una tedesca, magari provenienti dalla Champions».



Infine, Conte sembra aver risollevato l’Italia dopo il deludente e fallimentare Mondiale in Brasile. Credi che possa  costruire un nuovo ciclo?



«Non occorreva molto per fare meglio della gestione Prandelli, soprattutto avendo ancora davanti agli occhi le immagini scandalose del Mondiale brasiliano. Sono comunque felice di constatare che sia cambiato subito l’approccio mentale alle partite, soprattutto le amichevoli, altra nota dolente della gestione Prandelli nonché altra causa di fallimento. Il cambio di mentalità è da attribuire sicuramente al nuovo CT, bravo a infondere la propria grinta in una selezione appena nata, che si riunisce una volta al mese, ambiente più difficile che in un club, in cui si lavora ogni giorno. Tuttavia, nelle prime due uscite non ho notato grande qualità di gioco e di palleggio, piuttosto grande propensione al gioco di rimessa e al pressing, né una perfetta solidità difensiva, ma il fatto di non aver subito gol è già un buon punto di partenza. Penso e spero che Conte possa far bene alla guida della Nazionale, sia a livello di risultati che di rinnovamento, tra meno di due anni in Francia potrà centrare un’altra finale europea. Nonostante ciò, non credo che possa costruire un nuovo ciclo, in quanto ha firmato un contratto di soli due anni, troppo poco per far sì che si vedano dei risultati al prossimo Mondiale. Il suo compito sarà quello di consegnare al suo successore una buona base tecnico-tattica su cui lavorare fino al 2018».


Fonte: EuropaCalcio.it