Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un’intervista a Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da “Napoli Magazine”: “Ancelotti è un grande, come uomo e come allenatore, da lui ci si può aspettare qualunque tipo di affermazione, è estremamente capace ed è dotato di parità sul piano della umiltà. Le sue affermazioni dicono ‘io sto qui, amo questa città, amo i napoletani, è come un rinascere dopo tanti anni in cui sono stato assente dall’Italia, mi fa piacere stare vicino ad una squadra composta da talenti che sto scoprendo’. Quando dissi che ci sarebbero volute 8 giornate per farlo ambientare, lui in realità ci ha messo molto meno, ha fatto tesoro del calcio di Sarri ma ha saputo reimpostare un suo calcio, siamo passati al 4-4-2, con dei calciatori che ora rendono di più e lui ha fatto giocare tutti. Mi chiedono se a gennaio compreremo qualcuno, ma io dico che ancora non abbiamo visto Meret che è considerato il portiere dei prossimi 20 anni, Younes viene definito una furia della natura, c’è Ghoulam che deve rientrare, Chiriches, Verdi che finora non ha giocato tantissimo. Ma di che cosa dobbiamo aver paura? Poi se dobbiamo fare il calcio virtuale allora invito i tifosi, perché non facciamo col Calcio Napoli una squadra ideale, vediamo se vinciamo qualche cosa! Correttivi al Var? Bisognerebbe fare una riunione, ho sentito quanto detto da Rizzoli che vede la svista su 7-8 partite, ma io dico è così complicato? Un fatto tecnologico che deve essere di aiuto agli arbitri e la cabina di regia non interviene quando c’è qualche cosa, si aspetta che l’arbitro intervenga e non va bene. L’arbitro non può avere la visione totale di quel che accade sul campo, ecco perchè serve la Var, se con le telecamere il problema si riesce a vivisezionare allora è la Var che deve dire ‘arbitro ferma il gioco, perchè è successo questo, vai a vedere’. Poi possiamo anche discutere su quali siano i giudizi che si debbono dare su un episodio o meno e lì possiamo essere o meno d’accordo, ma quella è la pura conversazione per migliorare. L’errore è che fatta una cosa questa cosa si lascia lì per 20 anni, non si adegua, non si migliora, non ci siamo nemmeno riguardati in Lega tutte le cose che non avessero funzionato, deve essere tutto secretato, come una cosa gestita dall’alto, ma siamo noi che paghiamo, siamo noi i padroni del vapore, siamo noi a dover tutelare le aspettative dei tifosi e quindi bisogna creare un tavolo, altrimenti bisognerà intervenire pesantemente e chiedere i danni. Non ci ho mai pensato a chiedere i danni l’anno scorso, perché penso che i traguardi vadano raggiunti insieme, non devono essere unilaterali, ma poiché c’è stata Calciopoli in passato, si fa presto a pensar male, allora per non pensare male bisogna discutere con gli arbitri, trovare meccanismi per proteggere loro e noi stessi. Cavani? Mi ha fatto piacere rincontrarlo al Parco dei Principi, ci siamo abbracciati, l’ho trascinato negli spogliatoi ed ha salutato i suoi vecchi compagni, del resto Napoli come fa a non mancarti? Lì non ti affacci e vedi Capri… Parigi è una città molto importante però non è vivibile da protagonista per le strade come la si può vivere a Napoli. Poi qui ci sono i suoi figli, una parte del suo cuore. Se a fine campionato, Ancelotti volendo, il PSG ce lo desse in prestito gratuito o ce lo cedesse per una cifra simbolica e lui si accontentasse di 6-7milioni a stagione… sempre Ancelotti volendolo e soprattutto spiegandogli che la filosofia importante sono i 24 giocatori. Perché certi giocatori se ne sono voluti andare? Perché dovevano essere protagonisti a tutti i costi e celebrati attraverso la vittoria di uno scudetto che non arrivava. Se vai in un’altra squadra dove si vince scudetto anche se non sei protagonista come a Napoli, ti convinci che sei protagonista della vittoria. Per me il Napoli e non il calciatore deve vincere lo scudetto, è la città, sono i tifosi a doverlo vincere, questi sono i veri comun denominatori della vittoria di una scudetto o della Champions. Nella vita si vince e si perde, bisogna saper anche perrdere, sempre con dignità e noi in questi anni l’abbiamo avuta da vendere”.
di Napoli Magazine
21/11/2018 - 15:00
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un’intervista a Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da “Napoli Magazine”: “Ancelotti è un grande, come uomo e come allenatore, da lui ci si può aspettare qualunque tipo di affermazione, è estremamente capace ed è dotato di parità sul piano della umiltà. Le sue affermazioni dicono ‘io sto qui, amo questa città, amo i napoletani, è come un rinascere dopo tanti anni in cui sono stato assente dall’Italia, mi fa piacere stare vicino ad una squadra composta da talenti che sto scoprendo’. Quando dissi che ci sarebbero volute 8 giornate per farlo ambientare, lui in realità ci ha messo molto meno, ha fatto tesoro del calcio di Sarri ma ha saputo reimpostare un suo calcio, siamo passati al 4-4-2, con dei calciatori che ora rendono di più e lui ha fatto giocare tutti. Mi chiedono se a gennaio compreremo qualcuno, ma io dico che ancora non abbiamo visto Meret che è considerato il portiere dei prossimi 20 anni, Younes viene definito una furia della natura, c’è Ghoulam che deve rientrare, Chiriches, Verdi che finora non ha giocato tantissimo. Ma di che cosa dobbiamo aver paura? Poi se dobbiamo fare il calcio virtuale allora invito i tifosi, perché non facciamo col Calcio Napoli una squadra ideale, vediamo se vinciamo qualche cosa! Correttivi al Var? Bisognerebbe fare una riunione, ho sentito quanto detto da Rizzoli che vede la svista su 7-8 partite, ma io dico è così complicato? Un fatto tecnologico che deve essere di aiuto agli arbitri e la cabina di regia non interviene quando c’è qualche cosa, si aspetta che l’arbitro intervenga e non va bene. L’arbitro non può avere la visione totale di quel che accade sul campo, ecco perchè serve la Var, se con le telecamere il problema si riesce a vivisezionare allora è la Var che deve dire ‘arbitro ferma il gioco, perchè è successo questo, vai a vedere’. Poi possiamo anche discutere su quali siano i giudizi che si debbono dare su un episodio o meno e lì possiamo essere o meno d’accordo, ma quella è la pura conversazione per migliorare. L’errore è che fatta una cosa questa cosa si lascia lì per 20 anni, non si adegua, non si migliora, non ci siamo nemmeno riguardati in Lega tutte le cose che non avessero funzionato, deve essere tutto secretato, come una cosa gestita dall’alto, ma siamo noi che paghiamo, siamo noi i padroni del vapore, siamo noi a dover tutelare le aspettative dei tifosi e quindi bisogna creare un tavolo, altrimenti bisognerà intervenire pesantemente e chiedere i danni. Non ci ho mai pensato a chiedere i danni l’anno scorso, perché penso che i traguardi vadano raggiunti insieme, non devono essere unilaterali, ma poiché c’è stata Calciopoli in passato, si fa presto a pensar male, allora per non pensare male bisogna discutere con gli arbitri, trovare meccanismi per proteggere loro e noi stessi. Cavani? Mi ha fatto piacere rincontrarlo al Parco dei Principi, ci siamo abbracciati, l’ho trascinato negli spogliatoi ed ha salutato i suoi vecchi compagni, del resto Napoli come fa a non mancarti? Lì non ti affacci e vedi Capri… Parigi è una città molto importante però non è vivibile da protagonista per le strade come la si può vivere a Napoli. Poi qui ci sono i suoi figli, una parte del suo cuore. Se a fine campionato, Ancelotti volendo, il PSG ce lo desse in prestito gratuito o ce lo cedesse per una cifra simbolica e lui si accontentasse di 6-7milioni a stagione… sempre Ancelotti volendolo e soprattutto spiegandogli che la filosofia importante sono i 24 giocatori. Perché certi giocatori se ne sono voluti andare? Perché dovevano essere protagonisti a tutti i costi e celebrati attraverso la vittoria di uno scudetto che non arrivava. Se vai in un’altra squadra dove si vince scudetto anche se non sei protagonista come a Napoli, ti convinci che sei protagonista della vittoria. Per me il Napoli e non il calciatore deve vincere lo scudetto, è la città, sono i tifosi a doverlo vincere, questi sono i veri comun denominatori della vittoria di una scudetto o della Champions. Nella vita si vince e si perde, bisogna saper anche perrdere, sempre con dignità e noi in questi anni l’abbiamo avuta da vendere”.