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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Forza Napoli, Sempre!"
26.09.2019 18:43 di Redazione

NAPOLI - Vincere col Liverpool. Perdere col Cagliari. È il calcio, bellezza, direbbe qualcuno. È il Napoli, in realtà, diciamo noi, che nella notte del turno infrasettimanale esce dallo stadio San Paolo incredibilmente sconfitto dopo un secondo tempo platealmente dominato dagli azzurri che nei minuti finali si vedono soffiare da sotto il naso una vittoria che era più che scontata. Sempre per il discorso del Liverpool di apertura. Segna Castro tra gli avversari, lui che non segnava naturalmente da quella vita e mezza che viene sistematicamente interrotta quando si viene a giocare sul terreno di Fuorigrotta. È base. È quasi una regola. Brutta. Una vittoria in trasferta quella avversaria che non arrivava da 12 anni. DODICI. ANNI. Incredibile. Roba da annali, che la gente se lo ricorda come si ricordano quegli eventi traumatici che ti segnano, da bambino magari, roba che all’epoca poteva far persino stracciare l’abbonamento allora in carta, per una prima di campionato così. Con il Cagliari che vince al San Paolo. Il Napoli resta brutalmente in-castr-ato nella rete di una palla che non vuole proprio entrare. E gli azzurri ci provano, eh, tirano. Assai. Prendono il palo. Tirano fuori. Gli vengono parati i tiri. Insomma, la porta del Cagliari è impenetrabile, blindata, invalicabile e maledetta. Come maledetti sono stati gli ultimi minuti dei 90+5 concessi dall’arbitro, che hanno visto anche io rosso rifilato a Kalidou. Incredibile. C’è tanto dispiacere adesso per una classifica che adesso equipara il Napoli al Cagliari, mentre il distacco dalle prime, al plurale, c’è già. Si è alla quinta, domenica si gioca di nuovo e non c’è tempo per rammaricarsi. C’è quello per analizzarsi però, per capire cosa davvero sia successo e cosa quella classifica adesso racconti. Il Napoli ne ha già perse due. Su cinque. Al di là dello spettacolo, al di là delle belle prestazioni, al di là degli applausi di trasferta e di Champions, la classifica quella è e guardarla fa male. Soprattutto perché non rispecchia davvero ciò che si è visto in campo nella notte dello stadio napoletano. Insomma, col Napoli il totale raramente coincide coi singoli addendi che tra loro si vorrebbero sommare. Perché altrimenti non si spiega. Non si spiega davvero. E dopo partite come questa non c’è nessuna voglia di parlare, figuriamoci di spiegare. Perciò, cala il silenzio e, speriamo, anche il sipario sperando di riguardare lo spettacolo alla prossima, sempre al San Paolo, sempre seguendo il Napoli, sempre amandolo. Sempre. Come quel Forza Napoli: sempre.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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di Napoli Magazine

26/09/2024 - 18:43

NAPOLI - Vincere col Liverpool. Perdere col Cagliari. È il calcio, bellezza, direbbe qualcuno. È il Napoli, in realtà, diciamo noi, che nella notte del turno infrasettimanale esce dallo stadio San Paolo incredibilmente sconfitto dopo un secondo tempo platealmente dominato dagli azzurri che nei minuti finali si vedono soffiare da sotto il naso una vittoria che era più che scontata. Sempre per il discorso del Liverpool di apertura. Segna Castro tra gli avversari, lui che non segnava naturalmente da quella vita e mezza che viene sistematicamente interrotta quando si viene a giocare sul terreno di Fuorigrotta. È base. È quasi una regola. Brutta. Una vittoria in trasferta quella avversaria che non arrivava da 12 anni. DODICI. ANNI. Incredibile. Roba da annali, che la gente se lo ricorda come si ricordano quegli eventi traumatici che ti segnano, da bambino magari, roba che all’epoca poteva far persino stracciare l’abbonamento allora in carta, per una prima di campionato così. Con il Cagliari che vince al San Paolo. Il Napoli resta brutalmente in-castr-ato nella rete di una palla che non vuole proprio entrare. E gli azzurri ci provano, eh, tirano. Assai. Prendono il palo. Tirano fuori. Gli vengono parati i tiri. Insomma, la porta del Cagliari è impenetrabile, blindata, invalicabile e maledetta. Come maledetti sono stati gli ultimi minuti dei 90+5 concessi dall’arbitro, che hanno visto anche io rosso rifilato a Kalidou. Incredibile. C’è tanto dispiacere adesso per una classifica che adesso equipara il Napoli al Cagliari, mentre il distacco dalle prime, al plurale, c’è già. Si è alla quinta, domenica si gioca di nuovo e non c’è tempo per rammaricarsi. C’è quello per analizzarsi però, per capire cosa davvero sia successo e cosa quella classifica adesso racconti. Il Napoli ne ha già perse due. Su cinque. Al di là dello spettacolo, al di là delle belle prestazioni, al di là degli applausi di trasferta e di Champions, la classifica quella è e guardarla fa male. Soprattutto perché non rispecchia davvero ciò che si è visto in campo nella notte dello stadio napoletano. Insomma, col Napoli il totale raramente coincide coi singoli addendi che tra loro si vorrebbero sommare. Perché altrimenti non si spiega. Non si spiega davvero. E dopo partite come questa non c’è nessuna voglia di parlare, figuriamoci di spiegare. Perciò, cala il silenzio e, speriamo, anche il sipario sperando di riguardare lo spettacolo alla prossima, sempre al San Paolo, sempre seguendo il Napoli, sempre amandolo. Sempre. Come quel Forza Napoli: sempre.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
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