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Basket, 70 anni di Marzorati: "Lo spirito dell'Italia ricorda l'oro dell'83"
12.09.2022 19:22 di Redazione

Melli come Meneghin, l'Italia di oggi come quella del 1983. L'ingegner Pierluigi Marzorati soffia su 70 candeline e, al telefono con l'ANSA, benedice lo "spirito" del gruppo azzurro, ricordando come a Nantes la Nazionale di Sandro Gamba riuscì a conquistare l'oro Europeo - il primo di sempre - proprio grazie all'atmosfera nello spogliatoio. "Un gruppo vero, coeso, consolidato. Anche attraverso le avversità: allora con la Jugoslavia, oggi con l'Ucraina". Mentre l'attuale ct Pozzecco - che ha prestato la carta di credito ai giocatori come segno di riconoscenza per la vittoria con la Serbia - non vuole svegliarsi da questo "sogno irrazionale" e consiglia di "vivere con entusiasmo" l'avvicinamento al quarto di finale, per Marzorati la gara contro la Francia, "non è a pronostico chiuso": "Mi sembra che la loro connessione fuori e dentro il campo sia un po' scricchiolante, questa Italia invece è più unita che mai. Ce la giochiamo alla pari. E se vinciamo prendo il primo volo per Berlino". Per l'Italia, da parte di Marzorati, ci sono solo complimenti sinceri: "Mi ha impressionato la calma e la serenità con cui sono stati giocati i possessi chiave. Di contro c'era una Serbia in tilt". Elogi anche ai singoli. "Spissu è stato incredibile, una vera esplosione: nel momento in cui viene espulso Pozzecco, lui ha segnato 5 triple da leader assoluto. E' stata un'autentica sorpresa, la rivincita dei 'nanetti'. Melli è magistrale, il cardine: determinante come Meneghin. Hanno il compito di marcare dei giganti come Jokic o Sabonis. Dino era più incisivo da sotto ma Melli ha anche il tiro da 3 e in difesa è una iena. Non credo per altro sia un caso che i quattro protagonisti di ieri, con anche Fontecchio e Polonara, siano andati a giocare all'estero: da straniero maturi in fretta perché ti responsabilizzano.". Marzorati, che oggi si occupa della Liba (l'Associazione delle leggende del basket) e progetta impianti sportivi con suo figlio Francesco, spende parole al miele per Pozzecco, allontanato dagli arbitri per proteste e apparso molto esuberante nei festeggiamenti post-gara, tanto da saltare in braccio anche al greco Giannis Antetokoumpo: "Lui è fatto così, prendere o lasciare. E' puro pathos, passa in pochi minuti dal pianto alla gioia. La sua passione permette al gruppo di non vedere limiti. E' stato intelligente avvalersi di Recalcati come assistente per andare alla ricerca di saggezza, lui è una garanzia di equilibrio e competenza". Dopo 70 anni, dopo aver vinto 14 trofei, dopo essere l'azzurro con più presenze di sempre (277), a Marzorati resta comunque un velo di rimpianto: "Era il 1972 e tre università americane si interessarono a me. Mia madre mi disse che dovevo finire il Politecnico. Non andai negli Stati Uniti, mi sposai e mi laureai: meglio così, altrimenti forse oggi non lavorerei con mio figlio".

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Basket, 70 anni di Marzorati: "Lo spirito dell'Italia ricorda l'oro dell'83"

di Napoli Magazine

12/09/2024 - 19:22

Melli come Meneghin, l'Italia di oggi come quella del 1983. L'ingegner Pierluigi Marzorati soffia su 70 candeline e, al telefono con l'ANSA, benedice lo "spirito" del gruppo azzurro, ricordando come a Nantes la Nazionale di Sandro Gamba riuscì a conquistare l'oro Europeo - il primo di sempre - proprio grazie all'atmosfera nello spogliatoio. "Un gruppo vero, coeso, consolidato. Anche attraverso le avversità: allora con la Jugoslavia, oggi con l'Ucraina". Mentre l'attuale ct Pozzecco - che ha prestato la carta di credito ai giocatori come segno di riconoscenza per la vittoria con la Serbia - non vuole svegliarsi da questo "sogno irrazionale" e consiglia di "vivere con entusiasmo" l'avvicinamento al quarto di finale, per Marzorati la gara contro la Francia, "non è a pronostico chiuso": "Mi sembra che la loro connessione fuori e dentro il campo sia un po' scricchiolante, questa Italia invece è più unita che mai. Ce la giochiamo alla pari. E se vinciamo prendo il primo volo per Berlino". Per l'Italia, da parte di Marzorati, ci sono solo complimenti sinceri: "Mi ha impressionato la calma e la serenità con cui sono stati giocati i possessi chiave. Di contro c'era una Serbia in tilt". Elogi anche ai singoli. "Spissu è stato incredibile, una vera esplosione: nel momento in cui viene espulso Pozzecco, lui ha segnato 5 triple da leader assoluto. E' stata un'autentica sorpresa, la rivincita dei 'nanetti'. Melli è magistrale, il cardine: determinante come Meneghin. Hanno il compito di marcare dei giganti come Jokic o Sabonis. Dino era più incisivo da sotto ma Melli ha anche il tiro da 3 e in difesa è una iena. Non credo per altro sia un caso che i quattro protagonisti di ieri, con anche Fontecchio e Polonara, siano andati a giocare all'estero: da straniero maturi in fretta perché ti responsabilizzano.". Marzorati, che oggi si occupa della Liba (l'Associazione delle leggende del basket) e progetta impianti sportivi con suo figlio Francesco, spende parole al miele per Pozzecco, allontanato dagli arbitri per proteste e apparso molto esuberante nei festeggiamenti post-gara, tanto da saltare in braccio anche al greco Giannis Antetokoumpo: "Lui è fatto così, prendere o lasciare. E' puro pathos, passa in pochi minuti dal pianto alla gioia. La sua passione permette al gruppo di non vedere limiti. E' stato intelligente avvalersi di Recalcati come assistente per andare alla ricerca di saggezza, lui è una garanzia di equilibrio e competenza". Dopo 70 anni, dopo aver vinto 14 trofei, dopo essere l'azzurro con più presenze di sempre (277), a Marzorati resta comunque un velo di rimpianto: "Era il 1972 e tre università americane si interessarono a me. Mia madre mi disse che dovevo finire il Politecnico. Non andai negli Stati Uniti, mi sposai e mi laureai: meglio così, altrimenti forse oggi non lavorerei con mio figlio".