Calcio
SALERNITANA - Mazzocchi: "Mi ispiro tanto a Di Lorenzo, non per il modo di giocare ma come percorso"
24.05.2022 14:13 di Redazione

A “1 Football Club” in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Mazzocchi, calciatore della Salernitana:

 

A gennaio parlasti di miracoli Salernitana, sei stato il primo a crederci. Cos’è successo da quando sei arrivato a Salerno?

 

“È passato ancora troppo poco tempo per realizzare quanto accaduto. Quando si fanno certe scelte bisogna essere determinati, ed è quello che sono stato quando sono venuto qui a Salerno. Ci ho sempre creduto”.

 

Sei un uomo di grande fede. Quanto ti ha aiutato?

 

“La mia fede mi ha aiutato tanto ma, sicuramente, deve essere sempre accompagnata dal duro lavoro e la costanza in allenamento. Anche questa è la fede. Dalle nostre parti si dice ‘aiutati che Dio t’aiuta’”.

 

Quanto è stato importante mister Davide Nicola per la salvezza?

 

“Ripeto quando detto prima: quando fai certe scelte, devi essere consapevole di cosa vuoi e puoi dare alla squadra. Nicola è stato straordinario, ha lavorato molto sulla nostra testa. Ci ha fatto lavorare con serenità e piano piano ci siamo resi conto che stavamo per realizzare un sogno”.

 

Cosa è accaduto nell’ultima partita con l’Udinese?

 

“Abbiamo speso davvero tanto mentalmente. Abbiamo giocato 7 partite in 21 giorni sapendo che non potevamo risparmiarci. Quando ti ritrovi poi a giocare queste partite da dentro o fuori e prendi gol, poi ne prendi un altro, inizia a diventare difficile. Loro liberi mentalmente? Assolutamente, quando giochi sereno sei totalmente un altro giocatore”.

 

Hai sempre raggiunto i tuoi obiettivi. Ricordiamo Rimini, Parma, Venezia. Hai lasciato i lagunari salvi, poi sono retrocessi…

 

“Io a Venezia mi sono trovato davvero molto bene. Lì ho trovato un gruppo fantastico, ho un ottimo rapporto ancora oggi con i tifosi. Probabilmente, la società non apprezzava le mie prestazioni e ha fatto delle scelte, poi io ho fatto le mie. Ho accettato questa sfida difficile e non ho avuto paura di farlo”.

 

Chi è stato decisivo per la tua scelta di andare a Salerno?

 

“Sicuramente il direttore Sabatini. Dentro di lui sentiva qualcosa di positivo e mi ha detto: ‘Per fare questo miracolo a Salerno ho bisogno di gente come te’. Quando senti una frase così da un dirigente tanto importante non ci pensi due volte”.

 

Un ascoltatore, atleta Paralimpico che ti conosce ed è del tuo stesso quartiere, ci scrive e si complimenta con te ricordando da dove sei partito, la periferia napoletana

 

“Intanto lo saluto, ho capito chi è, si chiama Emmanuele, un caro amico. Eh, noi lo sappiamo: questi quartieri, specialmente quando sei più giovane, possono portarti via dalla strada giusta. Io, infatti, voglio dire a tutti i ragazzi di quei quartieri di continuare a sognare, di non farsi fermare dai problemi e continuare a lavorare per quello che si vuole ottenere. La strada che sembra più facile non è quella giusta, nessuno ti regala nulla”.

 

Il vostro gruppo può ispirare tanti giovani atleti

 

“A tal proposito ho detto a Luigi (Lauro, il procuratore, ndr) che, per questa storia della Salernitana, andrebbe scritto un libro. Non tanto per la Salernitana in sé, ma per aiutare tutti quei ragazzi che si sono trovati in questa situazione. Io stesso ho vissuto una situazione simile a Perugia ma non andò bene. Può darsi che, chi legge questo libro, trova ispirazione e ci crede anche quando la situazione sembra disperata”.

 

Conosci già il tuo futuro?

 

“In questo momento non mi sembra rispettoso parlarne. Io ad oggi sono un giocatore della Salernitana, poi vedremo. Se voglio restare? Certo, sto benissimo qui ma se ne discuterà più avanti. Io non ho grilli per la testa, voglio restare qui, il mio futuro non lo immagino lontano da Salerno”.

 

Il calciatore a cui ti ispiri?

 

“Io ho preso tanto esempio da Di Lorenzo, non tanto per il modo di giocare quanto più per il cammino, perché siamo diversi tecnicamente, ma entrambi siamo partiti dal basso. Poi, sinceramente, non ho particolari giocatori a cui ispirarmi. Io penso a migliorarmi continuamente”.

 

Ti aspettavi la chiamata di Mancini per lo stage?

 

“È un sogno arrivare in Nazionale. Un sogno che sto cercando di trasformare in obiettivo perché continuerò a lavorare duro per migliorarmi”.

 

Come hai sempre fatto…

 

“Esatto, come ho sempre fatto. Testa bassa e pedalare, vedremo che succederà”

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SALERNITANA - Mazzocchi: "Mi ispiro tanto a Di Lorenzo, non per il modo di giocare ma come percorso"

di Napoli Magazine

24/05/2024 - 14:13

A “1 Football Club” in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Mazzocchi, calciatore della Salernitana:

 

A gennaio parlasti di miracoli Salernitana, sei stato il primo a crederci. Cos’è successo da quando sei arrivato a Salerno?

 

“È passato ancora troppo poco tempo per realizzare quanto accaduto. Quando si fanno certe scelte bisogna essere determinati, ed è quello che sono stato quando sono venuto qui a Salerno. Ci ho sempre creduto”.

 

Sei un uomo di grande fede. Quanto ti ha aiutato?

 

“La mia fede mi ha aiutato tanto ma, sicuramente, deve essere sempre accompagnata dal duro lavoro e la costanza in allenamento. Anche questa è la fede. Dalle nostre parti si dice ‘aiutati che Dio t’aiuta’”.

 

Quanto è stato importante mister Davide Nicola per la salvezza?

 

“Ripeto quando detto prima: quando fai certe scelte, devi essere consapevole di cosa vuoi e puoi dare alla squadra. Nicola è stato straordinario, ha lavorato molto sulla nostra testa. Ci ha fatto lavorare con serenità e piano piano ci siamo resi conto che stavamo per realizzare un sogno”.

 

Cosa è accaduto nell’ultima partita con l’Udinese?

 

“Abbiamo speso davvero tanto mentalmente. Abbiamo giocato 7 partite in 21 giorni sapendo che non potevamo risparmiarci. Quando ti ritrovi poi a giocare queste partite da dentro o fuori e prendi gol, poi ne prendi un altro, inizia a diventare difficile. Loro liberi mentalmente? Assolutamente, quando giochi sereno sei totalmente un altro giocatore”.

 

Hai sempre raggiunto i tuoi obiettivi. Ricordiamo Rimini, Parma, Venezia. Hai lasciato i lagunari salvi, poi sono retrocessi…

 

“Io a Venezia mi sono trovato davvero molto bene. Lì ho trovato un gruppo fantastico, ho un ottimo rapporto ancora oggi con i tifosi. Probabilmente, la società non apprezzava le mie prestazioni e ha fatto delle scelte, poi io ho fatto le mie. Ho accettato questa sfida difficile e non ho avuto paura di farlo”.

 

Chi è stato decisivo per la tua scelta di andare a Salerno?

 

“Sicuramente il direttore Sabatini. Dentro di lui sentiva qualcosa di positivo e mi ha detto: ‘Per fare questo miracolo a Salerno ho bisogno di gente come te’. Quando senti una frase così da un dirigente tanto importante non ci pensi due volte”.

 

Un ascoltatore, atleta Paralimpico che ti conosce ed è del tuo stesso quartiere, ci scrive e si complimenta con te ricordando da dove sei partito, la periferia napoletana

 

“Intanto lo saluto, ho capito chi è, si chiama Emmanuele, un caro amico. Eh, noi lo sappiamo: questi quartieri, specialmente quando sei più giovane, possono portarti via dalla strada giusta. Io, infatti, voglio dire a tutti i ragazzi di quei quartieri di continuare a sognare, di non farsi fermare dai problemi e continuare a lavorare per quello che si vuole ottenere. La strada che sembra più facile non è quella giusta, nessuno ti regala nulla”.

 

Il vostro gruppo può ispirare tanti giovani atleti

 

“A tal proposito ho detto a Luigi (Lauro, il procuratore, ndr) che, per questa storia della Salernitana, andrebbe scritto un libro. Non tanto per la Salernitana in sé, ma per aiutare tutti quei ragazzi che si sono trovati in questa situazione. Io stesso ho vissuto una situazione simile a Perugia ma non andò bene. Può darsi che, chi legge questo libro, trova ispirazione e ci crede anche quando la situazione sembra disperata”.

 

Conosci già il tuo futuro?

 

“In questo momento non mi sembra rispettoso parlarne. Io ad oggi sono un giocatore della Salernitana, poi vedremo. Se voglio restare? Certo, sto benissimo qui ma se ne discuterà più avanti. Io non ho grilli per la testa, voglio restare qui, il mio futuro non lo immagino lontano da Salerno”.

 

Il calciatore a cui ti ispiri?

 

“Io ho preso tanto esempio da Di Lorenzo, non tanto per il modo di giocare quanto più per il cammino, perché siamo diversi tecnicamente, ma entrambi siamo partiti dal basso. Poi, sinceramente, non ho particolari giocatori a cui ispirarmi. Io penso a migliorarmi continuamente”.

 

Ti aspettavi la chiamata di Mancini per lo stage?

 

“È un sogno arrivare in Nazionale. Un sogno che sto cercando di trasformare in obiettivo perché continuerò a lavorare duro per migliorarmi”.

 

Come hai sempre fatto…

 

“Esatto, come ho sempre fatto. Testa bassa e pedalare, vedremo che succederà”