In Primo Piano
MISTER Z - Il protocollo va riscritto!
06.10.2020 16:12 di Redazione

NAPOLI - Tutto quanto è accaduto la scorsa settimana, culminato con la scena madre dentro lo stadio di Torino, con l’arrivo del pulmann bianconero e i giocatori della Juventus che si incamminavano in fila indiana pronti a... perdere tempo, mi ha lasciato dentro una sensazione di vuoto e di amarezza che sarà difficile cancellare. Per chi ama il calcio, quella di domenica sera è stata davvero una brutta serata. Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli ha concesso un’intervista a Sky, contribuendo ancor di più a rendere incomprensibile l’accaduto. Mi ha molto colpito, fra le tante cose dette dal figlio del compianto Umberto Agnelli, la seguente frase, inserita nella risposta a una ficcante domanda di Sandro Piccinini: “L’Asl dipende dal ministero della Sanità”. Poiché il ministero ha partecipato, con la Lega e la Figc alla stesura del protocollo che dovrebbe dettare i comportamenti delle società in relazione ai possibili contagi da Covid 19 tra i calciatori – è il ragionamento di Agnelli - e poiché l’Asl ‘dipende dal ministero della Sanità’, il divieto di muoversi per i giocatori del Napoli non vale. Questa dichiarazione mi ha lasciato esterrefatto. Ma come, il presidente della Juventus, il timoniere di un’azienda così importante ed evoluta, un rampollo di Casa Agnelli, non sa che le Asl non ‘dipendono’ dal ministero della Salute, bensì dalle Regioni? C’è voluto, appena ripresa la linea da studio, un intervento di Fabio Caressa, per mettere le cose a posto. “La sanità, presidente, è regionale e qui c’è forse il vulnus. Evidentemente non c’era stata chiarezza quando è stato firmato il protocollo…”. Balbettio imbarazzato di Agnelli e conclusione sconclusionata: ”Noi il protocollo lo abbiamo firmato e lo abbiamo osservato”. La questione sembra complicata ma in realtà non lo è affatto. C’è stata una, chiamiamola così, disattenzione, una distrazione di massa da parte di coloro i quali si sono seduti a un tavolo per partorire, dopo lunghe discussioni, il famoso protocollo. Si sono dimenticati di invitare alla riunione, farli partecipare al dibattito e firmare insieme con loro il documento, coloro i quali sono i veri depositari dell’indirizzo politico in tema di sanità, cioè quelli che decidono sul territorio una strategia, quelli che ‘comandano’ davvero: i rappresentanti delle Regioni. Se il protocollo lo avesse sottoscritto anche il rappresentante della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, la questione non sarebbe neppure esistita, perché la Asl di Napoli non avrebbe potuto tenere un comportamento difforme da quello deciso anche per la Regione Campania. Ora è inutile piangere sul latte versato. Il protocollo così com’è non va bene e va riformulato e nuovamente sottoscritto, fra gli altri soggetti, anche dalle Regioni. Altrimenti è carta straccia. Affermare che un diktat della Lega Calcio, organo di natura chiaramente privatistica possa prevalere su una disposizione di una Asl, organo di natura evidentemente pubblicistica, è una formidabile corbelleria. E che sia carta straccia lo dimostreranno, se sarà necessario, i giudizi di chi sarà chiamato a fare valutazioni non isteriche e con un marcato sentore ‘vendicativo’ come quelle della Lega Calcio, ma di chi lo ius, il diritto, lo pratica, lo vive, lo interpreta, ne discute e decide con serenità e competenza vera. Il resto è solo un inutile polverone, che ha annebbiato la vista e le menti di tantissimi italiani e del quale avremmo fatto tutti volentieri a meno.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

ULTIMISSIME IN PRIMO PIANO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
MISTER Z - Il protocollo va riscritto!

di Napoli Magazine

06/10/2024 - 16:12

NAPOLI - Tutto quanto è accaduto la scorsa settimana, culminato con la scena madre dentro lo stadio di Torino, con l’arrivo del pulmann bianconero e i giocatori della Juventus che si incamminavano in fila indiana pronti a... perdere tempo, mi ha lasciato dentro una sensazione di vuoto e di amarezza che sarà difficile cancellare. Per chi ama il calcio, quella di domenica sera è stata davvero una brutta serata. Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli ha concesso un’intervista a Sky, contribuendo ancor di più a rendere incomprensibile l’accaduto. Mi ha molto colpito, fra le tante cose dette dal figlio del compianto Umberto Agnelli, la seguente frase, inserita nella risposta a una ficcante domanda di Sandro Piccinini: “L’Asl dipende dal ministero della Sanità”. Poiché il ministero ha partecipato, con la Lega e la Figc alla stesura del protocollo che dovrebbe dettare i comportamenti delle società in relazione ai possibili contagi da Covid 19 tra i calciatori – è il ragionamento di Agnelli - e poiché l’Asl ‘dipende dal ministero della Sanità’, il divieto di muoversi per i giocatori del Napoli non vale. Questa dichiarazione mi ha lasciato esterrefatto. Ma come, il presidente della Juventus, il timoniere di un’azienda così importante ed evoluta, un rampollo di Casa Agnelli, non sa che le Asl non ‘dipendono’ dal ministero della Salute, bensì dalle Regioni? C’è voluto, appena ripresa la linea da studio, un intervento di Fabio Caressa, per mettere le cose a posto. “La sanità, presidente, è regionale e qui c’è forse il vulnus. Evidentemente non c’era stata chiarezza quando è stato firmato il protocollo…”. Balbettio imbarazzato di Agnelli e conclusione sconclusionata: ”Noi il protocollo lo abbiamo firmato e lo abbiamo osservato”. La questione sembra complicata ma in realtà non lo è affatto. C’è stata una, chiamiamola così, disattenzione, una distrazione di massa da parte di coloro i quali si sono seduti a un tavolo per partorire, dopo lunghe discussioni, il famoso protocollo. Si sono dimenticati di invitare alla riunione, farli partecipare al dibattito e firmare insieme con loro il documento, coloro i quali sono i veri depositari dell’indirizzo politico in tema di sanità, cioè quelli che decidono sul territorio una strategia, quelli che ‘comandano’ davvero: i rappresentanti delle Regioni. Se il protocollo lo avesse sottoscritto anche il rappresentante della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, la questione non sarebbe neppure esistita, perché la Asl di Napoli non avrebbe potuto tenere un comportamento difforme da quello deciso anche per la Regione Campania. Ora è inutile piangere sul latte versato. Il protocollo così com’è non va bene e va riformulato e nuovamente sottoscritto, fra gli altri soggetti, anche dalle Regioni. Altrimenti è carta straccia. Affermare che un diktat della Lega Calcio, organo di natura chiaramente privatistica possa prevalere su una disposizione di una Asl, organo di natura evidentemente pubblicistica, è una formidabile corbelleria. E che sia carta straccia lo dimostreranno, se sarà necessario, i giudizi di chi sarà chiamato a fare valutazioni non isteriche e con un marcato sentore ‘vendicativo’ come quelle della Lega Calcio, ma di chi lo ius, il diritto, lo pratica, lo vive, lo interpreta, ne discute e decide con serenità e competenza vera. Il resto è solo un inutile polverone, che ha annebbiato la vista e le menti di tantissimi italiani e del quale avremmo fatto tutti volentieri a meno.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com