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NM TOP 5 SERIE A - Dalla prestazione di Berardi al gol di Osimhen, ecco i migliori 5 della 20esima giornata
01.02.2023 12:44 di Redazione

NAPOLI -  Dalla prestazione da fuoriclasse di Domenico Berardi, al gol di Victor Osimhen, passando anche per le parate di Michele Di Gregorio e per le giocate di Lookman e Lautaro Martinez. La 20esima giornata di Serie A ha regalato al pubblico tanti gesti tecnici degni di nota, risultati a sorpresa e importanti riconferme. Ecco la Top 5 di “Napoli Magazine” dei migliori 5 giocatori che si sono contraddistinti durante l’ultimo turno di Serie A.

 

1) Victor OSIMHEN (NAPOLI-Roma 2-1): Non tutti i supereroi indossano un mantello, ma spesso basta solo una maschera per qualificarli come tali. Nel gol del momentaneo 1-0 del Napoli contro la Roma c’è tutto fuorché la banalità di una persona ordinaria perché Osimhen, in quella frazione di secondo in cui raccoglie il cross al bacio di Kvaratskhelia, sembrava riuscire a dominare tempo e spazio. Le lancette per qualche secondo hanno smesso di emettere il proprio regolare ticchettio, dando la possibilità al fuoriclasse nigeriano di domare ed addomesticare il pallone con una rapidità impossibile da spiegare. Poi c’è il tiro, perché, dopo una tale movenza e meccanica per sistemare la sfera, non è scontato avere la lucidità di imprimere al colpo la forza e la direzione necessarie per segnare. Eppure, Osimhen ci è riuscito, facendo sembrare il tutto dannatamente semplice. In fondo è dote propria ai supereroi quella di rendere straordinario l’ordinario e, attualmente, non c’è rivale in Italia che riesca ad avere una tale padronanza dell’area di rigore e una tale cattiveria nel trovare la porta. L’uomo mascherato ha fatto la sua magia, per, poi, esultare rabbiosamente insieme alla sua gente e prendersi il calore del tifo azzurro. A ogni suo gol, Osimhen si toglie la maschera, ma, questa volta, siamo noi a toglierci il cappello davanti al bomber nigeriano, autore del gesto balistico più bello della settimana.

 


2) Domenico BERARDI (Milan-SASSUOLO 2-5): “Non è più Domenica” diceva Cesare Cremonini in una delle sue più celebri canzoni, “non è più Domenico” hanno detto i tifosi neroverdi in una stagione in cui l’esterno italiano ha visitato più volte l’infermeria che i campi di Serie A. Eppure, succede che, in una fredda domenica di fine gennaio, l’estro e il talento del più rappresentativo dei giocatori del Sassuolo torni a riscaldare i cuori dei supporters neroverdi. Alla “Scala di Milano” Berardi suona la più travolgente delle sinfonie, riportando un po’ di “musica” nel grigiore tecnico dimostrato, fino a oggi, dalla squadra di Dionisi e contemporaneamente alimenta i dubbi di un Diavolo sempre più prigioniero dell’inferno. A cavallo tra il 18esimo e il 30esimo minuto, Mimmo sbeffeggia più e più volte il malcapitato Kalulu, confeziona due assist figli di una visione di gioco periferica e sigla di testa il gol del momentaneo 1-3 grazie alla lucidità con la quale riesce a sfruttare la distratta marcatura di Giroud nei suoi confronti. Nel secondo tempo si permette il lusso di firmare il terzo assist della partita a Matheus Henrique per concludere al meglio una giornata da sogno. Dopo una serie di risultati negativi, “è di nuovo domenica” per il Sassuolo. Tutto grazie a un super Domenico Berardi.


 

3) Lautaro MARTINEZ (Cremonese-INTER 1-2): Succede che per una sera (e non solo questa in realtà) sia proprio “il Toro” a prendere l’Inter per le corna. Il gol di Okereke sembrava il preludio dell’ultimo colpo di spada da assestare a un’Inter che, dopo la sbronza della vittoria in Supercoppa, era già tornata coi piedi per terra e con l’umore malconcio a seguito della sconfitta contro l’Empoli. Stavolta, il Toro fa da “Matador” e ribalta la situazione facendosi carico del destino dei nerazzurri e mettendo al tappeto una coriacea Cremonese. L’atteggiamento di Lautaro Martinez è da vero Campione del Mondo, da chi non si vuole dare per vinto e trova sempre il modo di spuntarla. Rapinatore d’area nel primo gol, sul quale raccoglie la respinta corta di Carnesecchi dopo il tiro di Dzeko, opportunista nell’inserirsi con i tempi giusti per, poi, trovare il gol che decide il match. Nella prestazione di “Lauti” non c’è da premiare solo l’elemento realizzativo, il quale peso specifico è già legittimato dai 3 punti conquistati, ma tutto il contorno riassunto in una prova da vero e proprio leader. Il Toro ha preso l’Inter per le corna, l’ha svegliata e l’ha condotta alla vittoria come solo lui sa fare quando è in giornata.

 


4) Michele DI GREGORIO (Juventus-MONZA 0-2): La sua giornata da sogno alimenta gli incubi della Juventus. La partita dello Stadium poteva servire ai bianconeri come sfogo per tutto ciò che sta succedendo attorno all’universo Juve, invece, diventa un ulteriore passo verso l’inferno di una stagione che non vuole saperne di dare buone indicazioni positive ad Allegri. I cancelli del paradiso sono chiusi per la Vecchia Signora e Michele Di Gregorio non ha proprio voluto saperne di aprirli. Il portiere del Monza rispedisce al mittente ogni speranza bianconera con una prestazione che difficilmente dimenticherà quando dovrà ripercorrere le migliori gesta della sua carriera. Sulle ali dell’entusiasmo, Di Gregorio sembrava volare in certe situazioni pur di negare il gol alla Juventus: bravissimo a chiudere lo specchio della porta a Milik e Rabiot, lesto nel parare la conclusione di Locatelli e provvidenziale nel disinnescare la conclusione di Angel Di Maria. La risposta a chi avrebbe voluto Cragno come portiere titolare del Monza è tutta nella sfida contro i bianconeri. Di Gregorio salva tutto, sgretola le poche certezze rimaste alla Juventus e si gode l’ottima prestazione dei compagni che, intanto, rifilano due gol alla Vecchia Signora, regalandosi 3 punti storici nel segno di Michele Di Gregorio.

 

 

5) Ademola LOOKMAN (ATALANTA-Sampdoria 2-0): C’è la netta e costante sensazione che la dirigenza dell’Atalanta riesca, in ogni modo e in ogni situazione, a puntare sul cavallo giusto. Questa volta il cavallo viene dalla Nigeria, ha passaporto inglese, buona struttura fisica e grande qualità nelle falcate. La sensazione di avere di fronte un buon giocatore c’è sempre stata fin dagli albori della sua carriera ma mancava sempre qualcosa per renderlo davvero degno delle attenzioni generali. Da quando, però, è arrivato a Bergamo e Gasperini ha avuto il compito di fargli da “fantino”, il giovane Ademola si è trasformato in un vero e proprio cavallo di razza. Un purosangue dalla velocità inaudita e dalla tecnica sopraffina, che riesce a terrorizzare le difese avversarie con una rapidità di pensiero e di giocate che in pochi possono vantare in Serie A. Il gol contro la Sampdoria ha un coefficiente di difficoltà estremamente alto: Lookman parte da destra, poco avanti al centrocampo, e, col solo controllo, è riuscito già a completare buona parte del dribbling che gli serve per beffare l’avversario e partire in contrattacco. Il resto dell’azione è il riassunto delle sue doti: il nigeriano brucia tutti in velocità, punta un avversario, lo elude con una finta e rilascia un diagonale forte e preciso che si insacca nel lato opposto. 15 milioni spesi per il suo cartellino che, già oggi, può tranquillamente valere il doppio: Lookman con Hojlund forma una coppia a dir poco perfetta, nonché l’ennesimo duo creato dalle geniali intuizioni della dirigenza della Dea che ha, ancora una volta, trovato il cavallo vincente. 

 

Emanuele Petrarca

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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01/02/2024 - 12:44

NAPOLI -  Dalla prestazione da fuoriclasse di Domenico Berardi, al gol di Victor Osimhen, passando anche per le parate di Michele Di Gregorio e per le giocate di Lookman e Lautaro Martinez. La 20esima giornata di Serie A ha regalato al pubblico tanti gesti tecnici degni di nota, risultati a sorpresa e importanti riconferme. Ecco la Top 5 di “Napoli Magazine” dei migliori 5 giocatori che si sono contraddistinti durante l’ultimo turno di Serie A.

 

1) Victor OSIMHEN (NAPOLI-Roma 2-1): Non tutti i supereroi indossano un mantello, ma spesso basta solo una maschera per qualificarli come tali. Nel gol del momentaneo 1-0 del Napoli contro la Roma c’è tutto fuorché la banalità di una persona ordinaria perché Osimhen, in quella frazione di secondo in cui raccoglie il cross al bacio di Kvaratskhelia, sembrava riuscire a dominare tempo e spazio. Le lancette per qualche secondo hanno smesso di emettere il proprio regolare ticchettio, dando la possibilità al fuoriclasse nigeriano di domare ed addomesticare il pallone con una rapidità impossibile da spiegare. Poi c’è il tiro, perché, dopo una tale movenza e meccanica per sistemare la sfera, non è scontato avere la lucidità di imprimere al colpo la forza e la direzione necessarie per segnare. Eppure, Osimhen ci è riuscito, facendo sembrare il tutto dannatamente semplice. In fondo è dote propria ai supereroi quella di rendere straordinario l’ordinario e, attualmente, non c’è rivale in Italia che riesca ad avere una tale padronanza dell’area di rigore e una tale cattiveria nel trovare la porta. L’uomo mascherato ha fatto la sua magia, per, poi, esultare rabbiosamente insieme alla sua gente e prendersi il calore del tifo azzurro. A ogni suo gol, Osimhen si toglie la maschera, ma, questa volta, siamo noi a toglierci il cappello davanti al bomber nigeriano, autore del gesto balistico più bello della settimana.

 


2) Domenico BERARDI (Milan-SASSUOLO 2-5): “Non è più Domenica” diceva Cesare Cremonini in una delle sue più celebri canzoni, “non è più Domenico” hanno detto i tifosi neroverdi in una stagione in cui l’esterno italiano ha visitato più volte l’infermeria che i campi di Serie A. Eppure, succede che, in una fredda domenica di fine gennaio, l’estro e il talento del più rappresentativo dei giocatori del Sassuolo torni a riscaldare i cuori dei supporters neroverdi. Alla “Scala di Milano” Berardi suona la più travolgente delle sinfonie, riportando un po’ di “musica” nel grigiore tecnico dimostrato, fino a oggi, dalla squadra di Dionisi e contemporaneamente alimenta i dubbi di un Diavolo sempre più prigioniero dell’inferno. A cavallo tra il 18esimo e il 30esimo minuto, Mimmo sbeffeggia più e più volte il malcapitato Kalulu, confeziona due assist figli di una visione di gioco periferica e sigla di testa il gol del momentaneo 1-3 grazie alla lucidità con la quale riesce a sfruttare la distratta marcatura di Giroud nei suoi confronti. Nel secondo tempo si permette il lusso di firmare il terzo assist della partita a Matheus Henrique per concludere al meglio una giornata da sogno. Dopo una serie di risultati negativi, “è di nuovo domenica” per il Sassuolo. Tutto grazie a un super Domenico Berardi.


 

3) Lautaro MARTINEZ (Cremonese-INTER 1-2): Succede che per una sera (e non solo questa in realtà) sia proprio “il Toro” a prendere l’Inter per le corna. Il gol di Okereke sembrava il preludio dell’ultimo colpo di spada da assestare a un’Inter che, dopo la sbronza della vittoria in Supercoppa, era già tornata coi piedi per terra e con l’umore malconcio a seguito della sconfitta contro l’Empoli. Stavolta, il Toro fa da “Matador” e ribalta la situazione facendosi carico del destino dei nerazzurri e mettendo al tappeto una coriacea Cremonese. L’atteggiamento di Lautaro Martinez è da vero Campione del Mondo, da chi non si vuole dare per vinto e trova sempre il modo di spuntarla. Rapinatore d’area nel primo gol, sul quale raccoglie la respinta corta di Carnesecchi dopo il tiro di Dzeko, opportunista nell’inserirsi con i tempi giusti per, poi, trovare il gol che decide il match. Nella prestazione di “Lauti” non c’è da premiare solo l’elemento realizzativo, il quale peso specifico è già legittimato dai 3 punti conquistati, ma tutto il contorno riassunto in una prova da vero e proprio leader. Il Toro ha preso l’Inter per le corna, l’ha svegliata e l’ha condotta alla vittoria come solo lui sa fare quando è in giornata.

 


4) Michele DI GREGORIO (Juventus-MONZA 0-2): La sua giornata da sogno alimenta gli incubi della Juventus. La partita dello Stadium poteva servire ai bianconeri come sfogo per tutto ciò che sta succedendo attorno all’universo Juve, invece, diventa un ulteriore passo verso l’inferno di una stagione che non vuole saperne di dare buone indicazioni positive ad Allegri. I cancelli del paradiso sono chiusi per la Vecchia Signora e Michele Di Gregorio non ha proprio voluto saperne di aprirli. Il portiere del Monza rispedisce al mittente ogni speranza bianconera con una prestazione che difficilmente dimenticherà quando dovrà ripercorrere le migliori gesta della sua carriera. Sulle ali dell’entusiasmo, Di Gregorio sembrava volare in certe situazioni pur di negare il gol alla Juventus: bravissimo a chiudere lo specchio della porta a Milik e Rabiot, lesto nel parare la conclusione di Locatelli e provvidenziale nel disinnescare la conclusione di Angel Di Maria. La risposta a chi avrebbe voluto Cragno come portiere titolare del Monza è tutta nella sfida contro i bianconeri. Di Gregorio salva tutto, sgretola le poche certezze rimaste alla Juventus e si gode l’ottima prestazione dei compagni che, intanto, rifilano due gol alla Vecchia Signora, regalandosi 3 punti storici nel segno di Michele Di Gregorio.

 

 

5) Ademola LOOKMAN (ATALANTA-Sampdoria 2-0): C’è la netta e costante sensazione che la dirigenza dell’Atalanta riesca, in ogni modo e in ogni situazione, a puntare sul cavallo giusto. Questa volta il cavallo viene dalla Nigeria, ha passaporto inglese, buona struttura fisica e grande qualità nelle falcate. La sensazione di avere di fronte un buon giocatore c’è sempre stata fin dagli albori della sua carriera ma mancava sempre qualcosa per renderlo davvero degno delle attenzioni generali. Da quando, però, è arrivato a Bergamo e Gasperini ha avuto il compito di fargli da “fantino”, il giovane Ademola si è trasformato in un vero e proprio cavallo di razza. Un purosangue dalla velocità inaudita e dalla tecnica sopraffina, che riesce a terrorizzare le difese avversarie con una rapidità di pensiero e di giocate che in pochi possono vantare in Serie A. Il gol contro la Sampdoria ha un coefficiente di difficoltà estremamente alto: Lookman parte da destra, poco avanti al centrocampo, e, col solo controllo, è riuscito già a completare buona parte del dribbling che gli serve per beffare l’avversario e partire in contrattacco. Il resto dell’azione è il riassunto delle sue doti: il nigeriano brucia tutti in velocità, punta un avversario, lo elude con una finta e rilascia un diagonale forte e preciso che si insacca nel lato opposto. 15 milioni spesi per il suo cartellino che, già oggi, può tranquillamente valere il doppio: Lookman con Hojlund forma una coppia a dir poco perfetta, nonché l’ennesimo duo creato dalle geniali intuizioni della dirigenza della Dea che ha, ancora una volta, trovato il cavallo vincente. 

 

Emanuele Petrarca

 

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