Calcio
BDC - Paparesta: "VAR? Più che di errori, bisogna parlare di gravi difformità che creano confusione"
25.10.2021 22:09 di Redazione

Gianluca Paparesta, ex arbitro, ha rilasciato alcune dichiarazioni in collegamento streaming nel corso della diretta de "Il Bello del Calcio", su Canale 8: “Più che di errori bisogna parlare di gravi difformità che creano confusione. Il problema è che ci sono delle applicazioni di certe disposizioni, soprattutto quelle in materia di VAR, che sono completamente diverse da una partita all’altra. A Milano, in Juve-Inter, il direttore di gara era a due metri dall’azione e aveva fatto segno di aver visto tutto, poi è stato richiamato dopo un minuto e mezzo. Il contatto c’era, ma una cosa è far arbitrare un essere umano, che ha fatto una gavetta e riconosce anche le dinamiche di gioco, e un’altra far dirigere il VAR. Il problema è proprio questo: anche se un arbitro ha visto l’azione ed ha valutato l’intensità del contatto, quando viene richiamato è sotto gli occhi di tutti. Le immagini le vedono tutti e il contatto c’è, per questo non può sottrarsi dal dare rigore. Serve uniformità di giudizio e di applicazione delle regole. Contatto Anguissa-Vina? Per me non è rigore come non lo è quello di Milano, ma se viene concesso quello a due minuti dal termine con il VAR allora anche Massa va richiamato al monitor. Un requisito fondamentale per l’utilizzo della tecnologia è che l’arbitro non abbia visto l’azione incriminata, Mariani era a due metri dall’accaduto. Ribadisco che per me non c’era nessuno dei due penalty”.

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BDC - Paparesta: "VAR? Più che di errori, bisogna parlare di gravi difformità che creano confusione"

di Napoli Magazine

25/10/2024 - 22:09

Gianluca Paparesta, ex arbitro, ha rilasciato alcune dichiarazioni in collegamento streaming nel corso della diretta de "Il Bello del Calcio", su Canale 8: “Più che di errori bisogna parlare di gravi difformità che creano confusione. Il problema è che ci sono delle applicazioni di certe disposizioni, soprattutto quelle in materia di VAR, che sono completamente diverse da una partita all’altra. A Milano, in Juve-Inter, il direttore di gara era a due metri dall’azione e aveva fatto segno di aver visto tutto, poi è stato richiamato dopo un minuto e mezzo. Il contatto c’era, ma una cosa è far arbitrare un essere umano, che ha fatto una gavetta e riconosce anche le dinamiche di gioco, e un’altra far dirigere il VAR. Il problema è proprio questo: anche se un arbitro ha visto l’azione ed ha valutato l’intensità del contatto, quando viene richiamato è sotto gli occhi di tutti. Le immagini le vedono tutti e il contatto c’è, per questo non può sottrarsi dal dare rigore. Serve uniformità di giudizio e di applicazione delle regole. Contatto Anguissa-Vina? Per me non è rigore come non lo è quello di Milano, ma se viene concesso quello a due minuti dal termine con il VAR allora anche Massa va richiamato al monitor. Un requisito fondamentale per l’utilizzo della tecnologia è che l’arbitro non abbia visto l’azione incriminata, Mariani era a due metri dall’accaduto. Ribadisco che per me non c’era nessuno dei due penalty”.