L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, non ci resta che fischiare"
15.04.2024 23:55 di Redazione

NAPOLI - Un altro passettino, del tutto inutile, in casa col Frosinone. Un punto che non serve praticamente a nulla, se non a confermare che questa squadra (sempre più abile a disonorare lo scudetto cucito sul petto) resta lì ancorata a metà classifica, senza infamia e senza lode, incapace di sfruttare i mezzi passi falsi delle altre contendenti per provare a riaprire una rincorsa europea che ha assunto le sembianze di una chimera. Eppure il match, a differenza di quanto sostenuto da Calzona che - dal suo punto di vista - non ha mai avuto la sensazione di un Napoli predominante, fino al bellissimo gol di Politano aveva visto gli azzurri protagonisti sul terreno di gioco. Paradossalmente dopo il rigore di Soulè parato da Meret (con il pessimo Fabbri "bravo" a snobbare il VAR) sono subentrate le incertezze, e la conseguente paura di sbagliare. Non è bastata nemmeno la presenza in tribuna autorità di Spalletti, inquadrato più volte nei maxischermi, a smuovere le acque e a far ricordare ai calciatori il bel calcio mostrato fino allo scorso maggio. Al di là degli orrori e dei gol regalati, grazie soprattutto alla papera di Meret (l'ennesimo macigno psicologico sulle gambe dei compagni), il Napoli era comunque riuscito a rimettere la testa davanti, con un guizzo di Osimhen, già incredibilmente sciupone nel primo tempo a tu per tu con Turati, prima di farsi nuovamente beffare nuovamente da Cheddira. Il tutto correndo perfino il rischio di subire il terzo gol, sull'asse Zortea-Seck, nel finale, che avrebbe mandato in visibilio uno già euforico 8e sopra le righe) Di Francesco. Con una formazione in debito di ossigeno, mi domando come mai il tecnico azzurro abbia atteso 70 minuti per operare la prima sostituzione. Evidente la stanchezza di Anguissa, come quella di Di Lorenzo, Politano e Mario Rui; con ogni probabilità il tecnico si sarà distratto, eppure c'erano in panchina elementi che avrebbero potuto dare una mano, come Mazzocchi e Lindstrom, oltre CaJuste. Tant'è che gli inserimenti nel finale di Raspadori e Simeone non hanno sortito alcun effetto. Calzona crede ancora nell'Europa, la squadra invece è già con la testa in vacanza e i tifosi, che non dormono, hanno capito che c'è poca voglia di giocarsele queste ultime partite. "Meritiamo di più", il coro degli ultras intonato per tutta la contesa all'indirizzo di ADL: uno slogan che mi rimbomba ancora nelle meningi, unitamente ai copiosissimi fischi piovuti dagli spalti, e così sarà fino al termine di quest'annata oscena. Speriamo che l'incubo finisca presto, per poi voltare finalmente pagina con un nuovo allenatore e (se necessario) con diversi nuovi calciatori motivati.

 

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
ULTIMISSIME L'EDITORIALE
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, non ci resta che fischiare"

di Napoli Magazine

15/04/2024 - 23:55

NAPOLI - Un altro passettino, del tutto inutile, in casa col Frosinone. Un punto che non serve praticamente a nulla, se non a confermare che questa squadra (sempre più abile a disonorare lo scudetto cucito sul petto) resta lì ancorata a metà classifica, senza infamia e senza lode, incapace di sfruttare i mezzi passi falsi delle altre contendenti per provare a riaprire una rincorsa europea che ha assunto le sembianze di una chimera. Eppure il match, a differenza di quanto sostenuto da Calzona che - dal suo punto di vista - non ha mai avuto la sensazione di un Napoli predominante, fino al bellissimo gol di Politano aveva visto gli azzurri protagonisti sul terreno di gioco. Paradossalmente dopo il rigore di Soulè parato da Meret (con il pessimo Fabbri "bravo" a snobbare il VAR) sono subentrate le incertezze, e la conseguente paura di sbagliare. Non è bastata nemmeno la presenza in tribuna autorità di Spalletti, inquadrato più volte nei maxischermi, a smuovere le acque e a far ricordare ai calciatori il bel calcio mostrato fino allo scorso maggio. Al di là degli orrori e dei gol regalati, grazie soprattutto alla papera di Meret (l'ennesimo macigno psicologico sulle gambe dei compagni), il Napoli era comunque riuscito a rimettere la testa davanti, con un guizzo di Osimhen, già incredibilmente sciupone nel primo tempo a tu per tu con Turati, prima di farsi nuovamente beffare nuovamente da Cheddira. Il tutto correndo perfino il rischio di subire il terzo gol, sull'asse Zortea-Seck, nel finale, che avrebbe mandato in visibilio uno già euforico 8e sopra le righe) Di Francesco. Con una formazione in debito di ossigeno, mi domando come mai il tecnico azzurro abbia atteso 70 minuti per operare la prima sostituzione. Evidente la stanchezza di Anguissa, come quella di Di Lorenzo, Politano e Mario Rui; con ogni probabilità il tecnico si sarà distratto, eppure c'erano in panchina elementi che avrebbero potuto dare una mano, come Mazzocchi e Lindstrom, oltre CaJuste. Tant'è che gli inserimenti nel finale di Raspadori e Simeone non hanno sortito alcun effetto. Calzona crede ancora nell'Europa, la squadra invece è già con la testa in vacanza e i tifosi, che non dormono, hanno capito che c'è poca voglia di giocarsele queste ultime partite. "Meritiamo di più", il coro degli ultras intonato per tutta la contesa all'indirizzo di ADL: uno slogan che mi rimbomba ancora nelle meningi, unitamente ai copiosissimi fischi piovuti dagli spalti, e così sarà fino al termine di quest'annata oscena. Speriamo che l'incubo finisca presto, per poi voltare finalmente pagina con un nuovo allenatore e (se necessario) con diversi nuovi calciatori motivati.

 

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com