Aveva l'Italia nel destino. L'ha accarezzata, studiata, respirata lo scorso anno. Poi, il ritorno a Malta per terminare gli studi. Con la consapevolezza che, prima o poi, sarebbe tornato per coronare il suo sogno. Il protagonista della favola è Conor Borg, centrocampista maltese classe 1997 del Floriana. Fisico imponente, dall'alto dei suoi 185 centimetri domina la mediana ma... col fiuto del gol. L'ultimo proprio sabato, nello 0-3 in casa del Baltax, diretta concorrente nella corsa al preliminare di Europa League. E nel futuro ci sarà la Roma. Mancano soltanto le firme sui contratti, infatti, per definire il suo trasferimento in giallorosso. Un blitz alcune settimane fa, quel talento piace e non poco. Taccuino in man, seguito e... preso. Eppure, l'Italia, era nel destino del giovane Conor. Un predestinato per tanti, anche per il Chievo Verona. Nella scorsa stagione, allenamenti con gli Allievi. "Il livello tattico è alto", aveva ammesso. Ma la paura di fallire no, non fa parte di lui. "Tutto dipende dalle mie capacità mentali, non soltanto dal pressing o dai ritmi alti". Fotografia chiara e valigia pronta per rientrare a Malta. Ci sono gli studi da terminare, volontà dei genitori. Di mattina a scuola, nel pomeriggio in campo. Allenamento dopo allenamento, se ne accorge anche Giovanni Tedesco, il suo allenatore. "Quel ragazzo si farà". Lo posiziona lì, da mezz'ala. Lo fa crescere, gli dà dei suggerimenti. Tutti recepiti con successo. Perché Conor a breve preparerà la valigia nuovamente ma questa volta sì, Roma. L'ombra del Colosseo. In fondo l'Italia era già nel suo destino.