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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Napoli, Luciano Spalletti all’ultima tappa del suo fantastico viaggio"
03.06.2023 16:59 di Redazione

NAPOLI – Cala il sipario, Spalletti con un nodo alla gola. Termina in novanta e più minuti la fantastica galoppata del timoniere toscano e quella del suo Napoli, in un viaggio che nella sua durata e spessore tecnico, agonistico e spettacolare ha incantato l’Europa. Impossibile fare di meglio, nelle apparenti testimonianza delle imprese della corazzata azzurra che per l’intero campionato ha sgominato e cancellato già in partenza i proibitivi sogni della concorrenza. Tra gli anni sessanta e settanta nel suo toccante e melodioso canto Sergio Endrigo disegnava nelle note e nelle parole gli incantesimi e i traguardi impossibili del mondo del calcio partenopeo nel Golfo della Sirena, il predominio dei super-club. Di tempo ce n’è voluto tantissimo, trentatrè anni per vincere ancora. La prima svolta: nel cielo azzurro di Napoli la favola più bella, la Stella Maradona. E poi più nulla. Infine la nuova speranza, il ritornello carico di propositi e di gioia in quel “Treno che viene dal Sud”, con fatica e sudore negli occhi cupi di chi ha voluto sfidare e vincere, finalmente. E poi la ”resa” di Spalletti, si fa per dire, ormai all’ultima tappa del suo fantastico viaggio. Ha voluto così il timoniere toscano, l’allenatore filosofo spesso da interpretare nei suoi particolari discorsi e interventi. Stavolta ha reso ancora più difficile le sue riflessioni che con ogni probabilità vanno da approfondire nella ricerca della verità vera, quella del suo abbandono a tambur battente, in sintesi allontanandosi in tutta fretta dal carro dei vincitori. Sì, la sua è una resa incomprensibile, mentre sorgono altre congetture nelle svariate analisi. C’è chi sostiene che Lucianone va via perché si è reso conto di non essere in grado di trattenere alcuni tra i big nella squadra (Osimhen, Zielinski, Kim e forse anche Kvara, per il momento), soprattutto nella pretesa sfida di vincere la Champions. Sarà così? Intanto c’è in atto la caccia per dotare il Napoli di una ragguardevole guida tecnica, don Aurelio non si spaventa tanto meno si scoraggia: così è stato nel passato e così sarà anche nel futuro prossimo. Tra i mille impegni del club vincitore dello scudetto, De Laurentiis ha intanto riscoperto le sue radici e le sue origini a Torella dei Lombardi: un suo antenato - Luigi De Laurentiis – era un facoltoso e importante notaio del Regno delle Due Sicilie, un personaggio prestigioso, rispettato e accreditato presso la corte borbonica (stiamo parlando del 1834) ai tempi del re Ferdinando II. Questi precedenti hanno inorgoglito il suo bis-bis-bis nipote al quale l’Ordine Costantiniano e il principe Carlo di Borbone gli hanno recentemente conferito onori e onorificenze per la sua battaglia nel far vincere Napoli. E tutto il Sud.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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03/06/2024 - 16:59

NAPOLI – Cala il sipario, Spalletti con un nodo alla gola. Termina in novanta e più minuti la fantastica galoppata del timoniere toscano e quella del suo Napoli, in un viaggio che nella sua durata e spessore tecnico, agonistico e spettacolare ha incantato l’Europa. Impossibile fare di meglio, nelle apparenti testimonianza delle imprese della corazzata azzurra che per l’intero campionato ha sgominato e cancellato già in partenza i proibitivi sogni della concorrenza. Tra gli anni sessanta e settanta nel suo toccante e melodioso canto Sergio Endrigo disegnava nelle note e nelle parole gli incantesimi e i traguardi impossibili del mondo del calcio partenopeo nel Golfo della Sirena, il predominio dei super-club. Di tempo ce n’è voluto tantissimo, trentatrè anni per vincere ancora. La prima svolta: nel cielo azzurro di Napoli la favola più bella, la Stella Maradona. E poi più nulla. Infine la nuova speranza, il ritornello carico di propositi e di gioia in quel “Treno che viene dal Sud”, con fatica e sudore negli occhi cupi di chi ha voluto sfidare e vincere, finalmente. E poi la ”resa” di Spalletti, si fa per dire, ormai all’ultima tappa del suo fantastico viaggio. Ha voluto così il timoniere toscano, l’allenatore filosofo spesso da interpretare nei suoi particolari discorsi e interventi. Stavolta ha reso ancora più difficile le sue riflessioni che con ogni probabilità vanno da approfondire nella ricerca della verità vera, quella del suo abbandono a tambur battente, in sintesi allontanandosi in tutta fretta dal carro dei vincitori. Sì, la sua è una resa incomprensibile, mentre sorgono altre congetture nelle svariate analisi. C’è chi sostiene che Lucianone va via perché si è reso conto di non essere in grado di trattenere alcuni tra i big nella squadra (Osimhen, Zielinski, Kim e forse anche Kvara, per il momento), soprattutto nella pretesa sfida di vincere la Champions. Sarà così? Intanto c’è in atto la caccia per dotare il Napoli di una ragguardevole guida tecnica, don Aurelio non si spaventa tanto meno si scoraggia: così è stato nel passato e così sarà anche nel futuro prossimo. Tra i mille impegni del club vincitore dello scudetto, De Laurentiis ha intanto riscoperto le sue radici e le sue origini a Torella dei Lombardi: un suo antenato - Luigi De Laurentiis – era un facoltoso e importante notaio del Regno delle Due Sicilie, un personaggio prestigioso, rispettato e accreditato presso la corte borbonica (stiamo parlando del 1834) ai tempi del re Ferdinando II. Questi precedenti hanno inorgoglito il suo bis-bis-bis nipote al quale l’Ordine Costantiniano e il principe Carlo di Borbone gli hanno recentemente conferito onori e onorificenze per la sua battaglia nel far vincere Napoli. E tutto il Sud.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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