NAPOLI - La terza finale su quattro vinta contro la Vecchia Signora negli ultimi 8 anni sancisce in casa Napoli l'inizio dell'era Gattuso e la fine dell'incubo ancelottiano. La notte trionfale di Roma ci lascia due scene su tutte: una squadra intera a fare festa a fine gara attorno a Gattuso e il discorso del tecnico, entrato nelle case degli italiani, un momento senza precedenti nella storia del calcio italiano. E' la rivincita con il destino di un uomo che non si arrende mai e ha il senso indomito della lotta nel dna. Bravo lui ma bravo anche Aurelio De Laurentiis ad averlo scelto e ad aver vinto la scommessa.
E poi le immagini, splendide come sempre, della gioia incontenibile del popolo azzurro per le strade di Napoli, una festa legittima e condivisibile senza se e senza ma, che ripaga la gente di mesi di sofferenze e anche dell'impossibilità di andare all'Olimpico, dove quel 3 maggio 2014 eravamo in 40mila per la finale vinta contro la Fiorentina, macchiata dall'agguato mortale a Ciro Esposito. Questa è stata anche la notte di Ciro, uno di noi, un cuore azzurro che ci guarda da lassù (un pensiero doveroso va a mamma Antonella e papà Giovanni).
Così riparte il Napoli e così, dicevamo, si apre una nuova era con Gattuso che entra di diritto nella storia del Napoli e lo fa con 17 partite, dopo aver ereditato un Napoli allo sfascio e nel caos, che aveva i chiodi nella bara, ma che pure era la squadra con grandi valori tecnici e lo ha dimostrato battendo le prime 3 della classe senza lasciare nulla al pluridecorato Ronaldo, che rimane un grande calciatore ma 100 anni luce inferiore alla classe di Maradona e altri grandi del pallone.
C'è ancora uno scorcio di stagione da giocare ma il Napoli già lavora sul mercato. Le strategie stanno cambiando, non ci sarà una rivoluzione. Gattuso ha una squadra che lo segue, dal Salisburgo a Roma il mondo si è capovolto e ora tutti vogliono restare ed è il tecnico a pretendere che gran parte di questo gruppo venga confermato.
Emblematico il caso Hysaj, che era già in partenza e che Gattuso sta convincendo a rimanere, come all'80% poi accadrà. Maksimovic ha convinto tutti, ora il Napoli frena sulla ricerca di un altro centrale. Tante voci su Gabriel ma al momento niente di concreto. Se arriva un assegno da 100 milioni Koulibaly ci lascia, altrimenti KK rimarrà, la disponibilità del giocatore a restare c'è e allora con Maksimovic, Manolas, Koulibaly e Rahmani, il Napoli può avere un quartetto di centrali di altissimo livello, guidato da un Gattuso che ha mostrato una fase difensiva impressionante.
L'idea del Napoli ora è quella di arrivare a una soluzione sul caso Callejon. Al momento non c'è accordo, le lacrime della notta romana lo confermano ma mai dire mai: Mertens insegna che il rinnovo non è ancora da escludere, perché lo spagnolo non ha firmato con altri club e non ha offerte migliori. Trovare un altro esterno tattico è difficile, i profili cercati costano tanto e sono tutti ultraoffensivi, compreso Boga che non è dedito al sacrificio e che il Sassuolo ipervaluta 35 milioni. Ad oggi l'addio è probabile, l'ultima via per non lasciarsi potrebbe essere un punto d'incontro per un biennale "mascherato", con il giocatore che rimarrebbe in realtà un altro anno per poi poter tornare in Spagna nel 2021.
In settimana entrante incontro decisivo per il caso Milik con l'entourage: siamo al dentro o fuori. Se arriva la conferma dell'addio, il Napoli andrà su un nuovo attaccante e a quel punto, in sostanza, gli obiettivi del mercato azzurro sarebbero il successore di Milik, e poi un esterno sinistro per sostituire il partente Ghoulam, e un centrocampista al posto di Allan, che si avvicina all'Everton: se gli inglesi arrivano a 40 milioni si può chiudere. Altri partenti già certi: Lozano, Llorente, Younes, Ounas e si ragiona sul prestito di Luperto al Parma. Non scontata, infine, la permanenza di Elmas, con l'entourage che vorrebbe più spazio e l'ipotesi di un prestito che resta ancora in piedi.
Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
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di Napoli Magazine
19/06/2020 - 15:43
NAPOLI - La terza finale su quattro vinta contro la Vecchia Signora negli ultimi 8 anni sancisce in casa Napoli l'inizio dell'era Gattuso e la fine dell'incubo ancelottiano. La notte trionfale di Roma ci lascia due scene su tutte: una squadra intera a fare festa a fine gara attorno a Gattuso e il discorso del tecnico, entrato nelle case degli italiani, un momento senza precedenti nella storia del calcio italiano. E' la rivincita con il destino di un uomo che non si arrende mai e ha il senso indomito della lotta nel dna. Bravo lui ma bravo anche Aurelio De Laurentiis ad averlo scelto e ad aver vinto la scommessa.
E poi le immagini, splendide come sempre, della gioia incontenibile del popolo azzurro per le strade di Napoli, una festa legittima e condivisibile senza se e senza ma, che ripaga la gente di mesi di sofferenze e anche dell'impossibilità di andare all'Olimpico, dove quel 3 maggio 2014 eravamo in 40mila per la finale vinta contro la Fiorentina, macchiata dall'agguato mortale a Ciro Esposito. Questa è stata anche la notte di Ciro, uno di noi, un cuore azzurro che ci guarda da lassù (un pensiero doveroso va a mamma Antonella e papà Giovanni).
Così riparte il Napoli e così, dicevamo, si apre una nuova era con Gattuso che entra di diritto nella storia del Napoli e lo fa con 17 partite, dopo aver ereditato un Napoli allo sfascio e nel caos, che aveva i chiodi nella bara, ma che pure era la squadra con grandi valori tecnici e lo ha dimostrato battendo le prime 3 della classe senza lasciare nulla al pluridecorato Ronaldo, che rimane un grande calciatore ma 100 anni luce inferiore alla classe di Maradona e altri grandi del pallone.
C'è ancora uno scorcio di stagione da giocare ma il Napoli già lavora sul mercato. Le strategie stanno cambiando, non ci sarà una rivoluzione. Gattuso ha una squadra che lo segue, dal Salisburgo a Roma il mondo si è capovolto e ora tutti vogliono restare ed è il tecnico a pretendere che gran parte di questo gruppo venga confermato.
Emblematico il caso Hysaj, che era già in partenza e che Gattuso sta convincendo a rimanere, come all'80% poi accadrà. Maksimovic ha convinto tutti, ora il Napoli frena sulla ricerca di un altro centrale. Tante voci su Gabriel ma al momento niente di concreto. Se arriva un assegno da 100 milioni Koulibaly ci lascia, altrimenti KK rimarrà, la disponibilità del giocatore a restare c'è e allora con Maksimovic, Manolas, Koulibaly e Rahmani, il Napoli può avere un quartetto di centrali di altissimo livello, guidato da un Gattuso che ha mostrato una fase difensiva impressionante.
L'idea del Napoli ora è quella di arrivare a una soluzione sul caso Callejon. Al momento non c'è accordo, le lacrime della notta romana lo confermano ma mai dire mai: Mertens insegna che il rinnovo non è ancora da escludere, perché lo spagnolo non ha firmato con altri club e non ha offerte migliori. Trovare un altro esterno tattico è difficile, i profili cercati costano tanto e sono tutti ultraoffensivi, compreso Boga che non è dedito al sacrificio e che il Sassuolo ipervaluta 35 milioni. Ad oggi l'addio è probabile, l'ultima via per non lasciarsi potrebbe essere un punto d'incontro per un biennale "mascherato", con il giocatore che rimarrebbe in realtà un altro anno per poi poter tornare in Spagna nel 2021.
In settimana entrante incontro decisivo per il caso Milik con l'entourage: siamo al dentro o fuori. Se arriva la conferma dell'addio, il Napoli andrà su un nuovo attaccante e a quel punto, in sostanza, gli obiettivi del mercato azzurro sarebbero il successore di Milik, e poi un esterno sinistro per sostituire il partente Ghoulam, e un centrocampista al posto di Allan, che si avvicina all'Everton: se gli inglesi arrivano a 40 milioni si può chiudere. Altri partenti già certi: Lozano, Llorente, Younes, Ounas e si ragiona sul prestito di Luperto al Parma. Non scontata, infine, la permanenza di Elmas, con l'entourage che vorrebbe più spazio e l'ipotesi di un prestito che resta ancora in piedi.
Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
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